
di Luca Balzarotti
La casa lombarda di uno dei colossi della sicurezza privata è un’area di 10mila metri quadrati a Paderno Dugnano. Alle porte di Milano si concentrano tutte le attività del Gruppo Battistolli, 65 anni "iniziati presidiando il collegamento della via dell’oro tra Vicenza e Milano", ricorda Paolo Spollon, amministratore delegato di un’azienda con un giro d’affari salito a 325 milioni di euro l’anno. La metà dell’intero fatturato del settore in Lombardia. "Milano era un hub aeroportuale importante per il mondo arabo e gli Stati Uniti, i mercati principali dell’oro made in Italy negli anni ’60. Quando negli anni ’80 le banche hanno esternalizzato il trasporto del denaro contante è stato semplice inserirsi in questo nuovo settore della sicurezza privata, avendo già una flotta di mezzi blindati".
Oggi com’è cambiata ancora l’attività?
"Il gruppo si occupa di trasporti di valori e vigilanza privata con le guardie armate. L’ultima svolta ha riguardato il segmento informatico e tecnologico, con lo sviluppo di un polo satellitare".
Dove siete presenti?
"In Lombardia operiamo a Lodi, Como, Mantova, Milano, Monza, Bergamo e Varese con 450 dipendenti e 70 mezzi".
Qual è il trend della domanda?
"La richiesta di sicurezza personale è cresciuta sensibilmente. In Lombardia lavorano 80 guardie armate sulle 1.600 impiegate in Italia: il privato ne assorbe dal 20 al 25%. Ma da due anni la domanda supera l’offerta".
Mancano vigilantes?
"Fatichiamo a trovare guardie".
Perché?
"Un po’ per la burocrazia: da quando un’azienda seleziona un profilo all’entrata in servizio passano dai 3 ai 6 mesi. Un po’ per un contratto nazionale scaduto dal 2015 e mai rinnovato".
C’è anche un tema di competenze?
"Sì, attualmente una guardia armata ha facoltà di intervenire nel caso di uno scontro fisico tra persone ma senza mettere a rischio la loro incolumità e la propria. Così corre il rischio di essere incriminato".
Quali sono le paure più diffuse tra i cittadini?
"I cittadini vogliono proteggersi dalla microcriminalità, che percepiscono in crescita. C’è poi anche una questione psicologica di insicurezza".
Come li proteggete?
"L’attività fisica è stata integrata in modo significativo con la videosorveglianza e la tecnologia: così si sono ridotti gli interventi per falsi allarmi e anche i cittadini controllano tramite un’app lo stato reale".
Quali sono i costi?
"Da poche decine di euro per il privato per sistemi con telecamere integrati alla sensoristica tradizionale fino a decine di migliaia di euro per le industrie. Dipende molto dagli spazi".