REDAZIONE LODI

"I salari dimezzati non sono un’alternativa"

Fumata nera per l’accordo tra i sindacati e i rappresentanti dell’azienda Koeing & Bauer Flexotecnica di Tavazzano nella sede di...

Un momento del picchetto sotto la sede di Assolombarda ieri pomeriggio in via Hausmann

Un momento del picchetto sotto la sede di Assolombarda ieri pomeriggio in via Hausmann

Fumata nera per l’accordo tra i sindacati e i rappresentanti dell’azienda Koeing & Bauer Flexotecnica di Tavazzano nella sede di Assolombarda Lodi. No secco da parte della società metalmeccanica, che ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 24 lavoratori. La Fiom aveva riformulato le richieste dopo l’ultimo tavolo di trattative: protezione delle categorie speciali e possibilità di istutire un progetto di prepensionamento, per garantire ai lavoratori di percepire due anni di Naspi e un anno la cassa integrazione straordinaria. "Non è stato trovato alcun accordo – ha dichiarato Massimiliano Preti, segretario generale del sindacato –. Non è pensabile che un’azienda possa proporre come alternativa il dimezzamento dello stipendio ai propri lavoratori, è inammissibile". "La società aveva proposto a quattro dipendenti di trasferirsi in Germania, aprendo la possibilità che venissero coperte delle posizioni nella sede tedesca di Flexotecnica. Tuttavia, gli operai avrebbero mantenuto le condizioni salariali e contrattuali italiane". Si attende dunque nelle prossime settimane una svolta. È previsto per il 25 febbraio il prossimo tavolo di concertazione, mentre i sindacati chiedono l’intervento delle istituzioni locali. Il sindaco Giuseppe Russo organizzerà nei prossimi giorni un consiglio comunale straordinario sulla crisi aziendale.

I metalmeccanici della provincia sono tornati in strada per protestare contro la mancata intesa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale. Si sono presentate tutte le sigle al presidio organizzato sotto la sede di Assolombarda a Lodi proprio dov’era prevista la seduta di trattativa tra Fiom e Flexotecnica. Circa quaranta gli operai presenti per più di quattro ore. Molti di loro con tamburelli, piatti e fischietti per far sentire la loro voce e chiedere che venisse trovato un accordo sul nuovo contratto collettivo.

Tra le istanze, l’aumento salariale, il contrasto alle forme di precarietà, la riduzione degli orari e la tutela dei diritti sulla sicurezza dei lavoratori di fabbrica. E non è mancata la solidarietà nei confronti dei 24 colleghi che rischiano il licenziamento nella ditta di Tavazzano con Villavescovo. "Silurati per colpe non nostre", "-24... numeri!", "Vogliono toglierci il lavoro, ma non ci toglieranno mai la dignità", le frasi presenti sui cartelloni degli operai in sciopero. Il presidio è proseguito anche durante le trattative tra parti sociali e rappresentati dei datori di lavoro.

Luca Raimondi