
I protagonisti del bilancio presentato nella sala del consiglio del Banco BPM
Il Terzo settore è stato al centro dell’incontro “Community Bank: i nostri sì al territorio” tenutosi ieri nella sala del consiglio della sede del Banco BPM di Lodi. Una conferenza che è stata sintesi conclusiva delle iniziative realizzate in ambito sociale, sanitario, educativo e formativo, ma anche sportivo ed artistico-culturale dalla direzione del Comitato Territoriale Bpl e dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi. Un modo per raccontare le numerose attività svolte in favore del territorio a tu per tu con i principali vertici del mondo associativo e della comunità. Dal 2008 sono stati infatti più di 1.500 i progetti sostenuti. "Non si tratta solo di numeri – ha spiegato Guido Duccio Castellotti, presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi e vicepresidente del Consiglio di amministrazione di Banco BPM –. Fare banca significa infatti fare Terzo settore. Significa fare rete e comunità. Le banche sono elementi di coesione, prima di essere istituti di credito e di finanziamento". Ed è il sociale il settore che ha ricevuto la fetta maggiore di investimenti, con oltre il 40% delle risorse devolute. Arte e cultura, per il sostegno e la valorizzazione di numerosi artisti locali, al secondo posto con il 23%; seguono infine ricerca, sviluppo e istruzione. "Abbiamo preso un impegno di accompagnamento, di interpretazione e di raggiungimento degli obiettivi richiesti dal territorio – ha aggiunto Castellotti –. Il nostro lavoro è unico e va difeso da qualche banchiere dell’ultima ora che cerca di sradicarlo. Dove ci sono operazioni ostili è l’inizio di reciproche sventure. Dove non si ha la cultura della trattativa e della negoziazione, si premia la finanza, che distrugge il vero lavoro e il vero valore di una banca". Hanno concordato i presenti sul “no” secco verso quella che in ambito finanziario viene definita "scalata ostile", che preoccupa parecchio gli istituti di credito territoriali. Ma non solo, anche i membri del mondo associativo che collaborano con essi, hanno riconosciuto la possibilità che un’eventuale "integrazione forzata" possa corrodere, se non distruggere, tutto ciò che fino ad ora è stato costruito sul territorio.
Lo ha confermato anche il sindaco di Lodi Andrea Furegato che "guardando con preoccupazione a ciò che sta accadendo", vuole tenersi "stretti i valori popolari di questa banca, spesso dati per scontati. Valori di vicinanza, che non si concentrano esclusivamente sul sostegno economico, ma che significano reale collaborazione e partnership, e progettualità territoriale per il futuro delle comunità locali". Preoccuazioni espresse anche da parte di Francesco Chiodaroli, della Fondazione Danelli e presidente della Fondazione Maria Cosway, che ha parlato di "rischio per la perdità della nostra cultura. Voglio una banca che non consideri la concessione di fiducia verso associazioni e operatori del territorio come mera benficenza. È un investimento reale", e ha portato a dimostrazione la crescita che la Danelli ha registrato negli ultimi anni: "Questa “impresa che fa del bene“ ha raddoppiato il suo fatturato, è passata da 15 a 68 dipendenti, da 25 a 250 persone assistite, presentando progetti innovativi e investimenti per 5 milioni di euro. Non è stata beneficenza, è stata economia vera". La Fondazione Bpl da diverso tempo investe sul lodigiano in diversi settori: dalla formazione professionale alla sostenibilità, dal sostegno delle persone fragili (con l’associazione gli Amici di Serena) alla cultura (anche grazie a Bipielle Arte), fino al contrasto della povertà.