Guardamiglio, da eroe a esclusa: la storia di Arianna

La curiosa vicenda dell’ex agente Virgolino costretta a lasciare la Polizia di Stato per un tatuaggio già rimosso

La poliziotta Arianna Virgolino, 31 anni, insieme al sindaco di Casalpusterlengo

La poliziotta Arianna Virgolino, 31 anni, insieme al sindaco di Casalpusterlengo

Guardamiglio (Lodi), 14 agosto 2020 - Il prefetto di Lodi Marcello Cardona l’aveva definita “eroe del quotidiano” per il suo intervento straordinario, mentre era fuori servizio, davanti al locale Stobe in via Cappuccini a Casalpusterlengo. L’agente della Polizia stradale di Guardamiglio Arianna Virgolino, 31 anni, il 16 ottobre scorso, con l’aiuto di due colleghi, aveva sedato una rissa violenta tra due stranieri, riuscendo a tenere a bada una situazione molto complicata, e per questo il 7 novembre  le era stata assegnato un encomio su segnalazione del sindaco di Casalpusterlengo Elia Delmiglio. Un intervento audace e da veterana per una ragazza che in realtà era in servizio da appena un anno.

La brava poliziotta Virgolino però ora non esiste più. La causa è una sentenza del Consiglio di Stato che a marzo scorso le ha tolto pistola e distintivo. Tutto per un piccolo tatuaggio sul polso che la 31enne aveva però già tolto ben prima di presentarsi al concorso per diventare agente nel 2018. Arianna se lo era fatto togliere proprio per diventare poliziotta, sottoponendosi a nove lunghe, costose e dolorose sedute di laser. E aveva fatto certificare tutto nel fascicolo sottoposto prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, con tanto di fotografie allegate per dimostrare tutto il percorso da lei fatto per liberarsi di quel tatuaggio fatto sulla pelle diversi anni prima. Ma non è bastato a evitarle l’esclusione dalla Polizia. Per questo la 31enne è molto arrabbiata e delusa per quello che le è accaduto. Anche perché la storia di Arianna, ma anche di altre due persone nelle sue stesse condizioni, è a dir poco surreale. Per i giudici però le regole sono chiare: la legge non consente l’ingresso nelle forze di polizia a chi ha tatuaggi visibili con la divisa. Quella di Arianna è una semtenza del Consiglio di Stato che rischia però di crare un precedente pesante e che di fatto chiude le porte a poliziotti e carabinieri con tatuaggi.

"Da parte mia c’è tanta delusione - racconta l’ex poliziotta Virgolino -. Ho un bambino di 8 anni e in poco tempo ho dovuto riorganizzare tutta la mia vita. Ricordo bene il giorno della premiazione: l’emozione del momento e il fatto di non sentirmi un eroe per un intervento, come tanti altri, dove ho fatto solo il mio dovere. Ora mi trovo in una situazione di difficoltà. Per me è stato un sogno che si è avverato quello di diventare una poliziotta. Ho vissuto un anno incredibile e che ricorderò per sempre". Ora Arianna è tornata nella sua Peschiera del Garda (Verona) per riorganizzare la sua vita e per provare a ripartire. Ma non è facile però spiegare ai possibili datori di lavoro il suo precedente impiego e tutto quello che le è accaduto. "Mi dicono che ho concluso in bellezza, ma non nascondo un’enorme amarezza per aver lasciato il lavoro dei sogni dopo così poco tempo – dice la 31enne –. Un sacco di persone mi stanno scrivendo messaggi di solidarietà. Tanti mi chiedono di portare avanti questa battaglia. Il tatuaggio era già stato tolto prima del concorso e delle visite".