Frecciarossa deragliato, la svolta è nelle carte dei periti

L’esito delle indagini dipenderà dai report dei consulenti. La Procura: scambio difettoso e errore umano le cause della tragedia

Quello che restava del Milano-Salerno deragliato a 290 chilometri all’ora

Quello che restava del Milano-Salerno deragliato a 290 chilometri all’ora

Lodi, 31 luglio 2020 - Gli esiti della consulenza dovrebbero arrivare in autunno. Un passaggio decisivo, atteso all’inizio del mese di ottobre, che porterà una svolta nelle indagini sul Frecciarossa 9595 Milano-Salerno, deragliato a 290 chilometri all’ora in provincia di Lodi, tra Livraga e Ospedaletto Lodigiano, il 6 febbraio scorso alle 5,35 e costato la vita ai macchinisti Mario Dicuonzo e Giuseppe Cicciù di 59 e 51 anni. Il primo confronto sul caso si è tenuto pochi giorni fa in procura a Lodi.

Presenti i consulenti, gli ingegneri Roberto Lucani e Fabrizio D’Errico, che dopo aver svolto gli accertamenti irripetibili sul luogo dell’incidente dovranno ora redigere una relazione sulla dinamica del deragliamento del treno. Restano comunque pochi i dubbi della Procura di Lodi sulle cause del disastro del Frecciarossa 9595.

Indagate , per ora, ci sono 18 persone con ipotesi di reato a vario titolo per disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni: si tratta di cinque operai di Rfi, l’ad di Alstom Ferroviaria Michele Viale, i vertici di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), compreso l’ad di Rfi Maurizio Gentile, e i responsabili Alstom Ferroviaria dello stabilimento di Firenze. Oltre alle due società (Rfi e Alstom Ferroviaria) per la legge sulla responsabilità amministrativa.

«Siamo convinti che ogni attività, seppur lunga, possa essere solo utile per accertare la verità di cosa ha causato il deragliamento", spiega l’avvocato Fabio Cagnola, che assiste la squadra di manutentori subito indagati dalla Procura di Lodi. Secondo gli inquirenti a causare il deragliamento sarebbero stati almeno due fattori: uno scambio difettoso prodotto da Alstom Ferroviaria a Firenze e un "errore umano" causato dai cinque operai di Rfi.