MANUELA MARZIANI
Cronaca

Effetto Lingua blu, fiere senza animali. Ma non tutti gli allevatori ci stanno

La Blue Tongue colpisce ovini e bovini, per evitare possibili contagi si è deciso di imporre limitazioni ad alcuni eventi. I lavoratori del settore: "Non esporli è un prezzo salato"

Fiera agricola (Archivio)

Fiera agricola (Archivio)

Lodi, 28 ottobre 2024 – Oltre 4mila focolai attivi, di cui circa tre quarti in Sardegna, anche se la situazione è pesante pure in Piemonte e Lombardia, accanto alla Calabria. A pesare sugli allevamenti di mucche e pecore è la Blue Tongue, o “Lingua blu”, che ha fatto registrare focolai anche nel Piacentino e nella zona sopra Lodi.

La malattia trasmessa agli animali da un insetto, un moscerino del genere Culicoides, non colpisce l’uomo e non infetta la carne o il latte. Però porta al calo della produzione di latte e al blocco della movimentazione delle greggi e delle mandrie, con danni economici per le aziende.

"Per i bovini la Blue Tongue non è letale - dice un allevatore che chiede di rimanere anonimo a causa del particolare momento che il settore sta vivendo -, causa soltanto una febbre, mentre per gli ovini è molto pericolosa".

Lo stop contestato

Per evitare che un bovino si possa scoprire infetto durante una fiera di settore, è stato deciso che i capi non devono essere presenti e non tutti gli allevatori l’hanno gradito. "Le fiere sono molto importanti per il settore - prosegue l’allevatore -. Attualmente non potrebbero essere presenti i bovini provenienti da Piemonte e Sardegna, quindi le manifestazioni perdono molto. Se poi un bovino dovesse contrarre la malattia durante la fiera, dovrebbe rimanere in quella località per almeno due mesi e scatterebbero altre misure. Per questo motivo alcuni hanno scelto di impedire la movimentazione dei capi. Tra qualche mese, quando ci saremo gettati alle spalle l’emergenza e saremo tranquilli, potremo partecipare a tutte le fiere".

L’alternativa a questo stop potrebbe essere quella di dichiarare “zona rossa” tutto il Paese in modo che ovunque ci siano le medesime restrizioni. Ma è un’ipotesi.

Il “paziente zero”

Nel frattempo a Varzi, Valle Staffora, è stato riscontrato il primo caso pavese di Blue Tongue: la mucca di un allevamento sarebbe stata colpita e nelle aziende pavesi che ricadono nella zona infetta è stato disposto un blocco condizionato in uscita agli allevamenti ovi-caprini e bovini a venti chilometri di raggio dal focolaio.

A Pavia, Lecco, Como, Monza Brianza e Bergamo mostre, esposizioni, fiere e mercati di animali delle specie sensibili sono vietati. E a Montichiari, nel Bresciano, proprio durante l’’importante fiera Fazi, Coldiretti ha sollecitato "l’estensione della campagna vaccinale e controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, poiché la Lingua blu è arrivata nelle regioni settentrionali probabilmente dal Nord Europa, dove la malattia sta dilagando. Importante in tale ottica l’utilizzo delle stalle di sosta, oltre all’uso di repellenti per gli insetti".