Dietro uno sportello: "Il sindacato in banca è ancora una sfida"

Lodi, Ettore Necchi dirigente nazionale della Fabi ha ricordato i primi 30 anni "Importanti vertenze, ma anche piccoli interventi per la qualità dell’impiego".

"Lottavamo per i diritti dei bancari quando ancora gli istituti di credito non sapevano cosa volesse dire avere a che fare con un sindacato. E di battaglie ne abbiamo vinte!". Lo ha dichiarato il dirigente nazionale della Federazione autonoma bancari italiani di Lodi, Ettore Necchi. Il commento arriva da San Martino in Strada quando, nei giorni scorsi, alla trattoria Witch, i componenti del Consiglio direttivo provinciale, per un totale di 25 persone, hanno festeggiato i primi 30 anni della sigla sindacale. "Si partì nel 1993, inizialmente in via Eghezzone, poi ci siamo trasferiti in via Magenta 40, attuale sede, per allargarci e abbiamo aiutato tutti i bancari della provincia di Lodi – ha sottolineato Necchi –. In avvio avevamo 130 iscritti, staccandoci dalla Fabi di Milano perché nel 1992 è nata la Provincia di Lodi, da Roma mi hanno telefonato dicendomi “scommettiamo su Lodi“. A distanza di 30 anni posso dire che è stata una scommessa vinta, dato che oggi contiamo oltre 1300 soci su Lodi e provincia". Ora, oltre all’attività sindacale, si può essere assistiti dall’ufficio Welfare, dall’ufficio successioni e dal Caf. Necchi, stilando un bilancio degli ultimi decenni di lavoro, ha ricordato con orgoglio la prima lotta sindacale vinta: "Nel 1994-95 abbiamo seguito la prima causa, lavorando per un triplice licenziamento in una piccola banca di Mulazzano, dove non erano abituati a convivere con il sindacato e avevamo inserito un rsa responsabile sindacale aziendale di 35 anni, preso di mira per banalità o cose che facevano anche altri colleghi. Tanto da essere licenziato, 3 volte, per giusta causa. Ogni volta che siamo riusciti a farlo riassumere lo abbiamo accompagnato al lavoro il primo giorno con fotografi e giornalisti".

Non è mancato l’impegno per la banca di Inzago, con manifestazioni in piazza "perché dall’alto, in passato non rispettavano i colleghi e i contratti di lavoro e siamo riusciti a ripristinare tutto – ricorda –. Anche lì il sindacato non era accettato e abbiamo messo una rsa responsabile sindacale aziendale", aggiunge Necchi. Poi la conclusione: "A noi piacciono le battaglie pulite, fatte con correttezza e le banche ci temono, tutte, perché abbiamo sempre avuto riscontri. Interveniamo anche quando non vanno i riscaldamenti, l’aria condizionata, manca la guardia giurata dopo le rapine, si tentano aperture serali poco sicure, fino alle 20, come a Sant’Angelo".

Paola Arensi