Da Campagnola alla gronda Nord Sette milioni, ne mancano undici

La Cassazione conferma i sette anni del primo e del secondo grado. Il legale era accusato di estorsione insieme a uno dei propri clienti.

Da Campagnola alla gronda Nord  Sette milioni, ne mancano undici

Da Campagnola alla gronda Nord Sette milioni, ne mancano undici

di Pier Giorgio Ruggeri

CREMA

La Cassazione ha confermato la condanna per estorsione dell’avvocato Angelo Branchi. Per lui si sono aperte le porte della prigione. Anche il Tribunale romano, ultima spiaggia, ha confermato la condanna a sette anni comminata sia in primo grado a Cremona sia in secondo grado a Brescia. Quindi per l’avvocato Angelo Branchi si sono aperte le porte di San Vittore. Branchi era stato rinviato a giudizio con l’accusa di estorsione. Per conto del suo assistito Antonio Silvani aveva inviato lettere di ingiunzione di pagamenti ai clienti di quest’ultimo, che aveva una ditta di serramenti. Il modus operandi di Silvani era semplice: eseguiva i lavori, si faceva pagare in nero e dopo anni emetteva una fattura reclamando il pagamento.

I clienti si opponevano e lui mandava, attraverso Branchi, le lettere di ingiunzione, arrivando anche al sequestro di beni se i presunti debitori non coprivano il debito. Il tutto verteva sul fatto che i clienti avevano pagato in nero e quindi non si sarebbero autodenunciati. La procedura aveva funzionato per un po’ ma poi alcuni clienti avevano denunciato, alzando il coperchio sull’estorsione. I giudici, viste le testimonianze, avevano rinviato a giudizio sia Silvani sia Branchi ma mentre il primo aveva chiesto il rito abbreviato, che gli aveva dato diritto a uno sconto di un terzo della pena e lo aveva portato a una condanna definitiva a quattro anni e otto mesi in Cassazione nel 2022 e oggi è un uomo libero, Branchi ha sempre optato per il rito ordinario, venendo però sempre condannato. Ora la sentenza esecutiva.