PAOLA ARENSI
Cronaca

Somaglia, si laurea con un cortometraggio sul femminicidio: "Sogno una casa di produzione"

Beatrice Cabrini, 22 anni, ha realizzato pubblicità per la Porsche insieme ad altri studenti

Beatrice Cabrini

Ex studentessa del liceo artistico Cassinari di Piacenza (indirizzo audiovisivo multimediale), residente a Somaglia, si laurea a pieni voti, vince premi prestigiosi e spera di iniziare la carriera come animatrice junior in una casa di produzione di animazione. Sono tanti i traguardi raggiunti, ma ancora di più i sogni, di Beatrice Cabrini di Somaglia. La ragazza, 22 anni, a febbraio si è laureata con 110 lode alla NABA (Nuova Accademia delle belle arti di Milano). Ha conseguito la Laurea triennale in media design, indirizzo animazione. La sua tesi è stata accompagnata da un cortometraggio sul femminicidio dal titolo “No more” (è lo slogan femminista che si usa per la lotta ai femminicidi, che nasce dalla versione in spagnolo “Ni una mas” – non una di meno).”Ho scelto un tema, l’ho approfondito a livello teorico e gli ho collegato un progetto – chiarisce - Ho preso ispirazione da ricerche focalizzate su una città del Messico, Ciudad Juarez, che ha il tasso di femminicidi più alto del mondo, tanto da venir chiamata “La città delle donne morte”. Per celebrare le vittime, nel deserto,vengono usate croci rosa. In alcuni casi lì, addirittura, il corpo delle donne non viene nemmeno ritrovato, perché gli assassini hanno acido che corrode le ossa”. La lodigiana, che ha come hobby il disegno, la lettura, la scrittura, i fumetti e le fotografie, ha cercato di raccontare i fatti, trasformandoli in una storia più leggera e ha usato la volpe come simbologia, richiamando il mito giapponese dello spirito donna. La volpe arancione, nel suo lavoro, è addomesticata da un cacciatore. “Attraverso questa metafora ho richiamato i comportamenti tipici di una storia di amore e violenza. Parlavo, nella ricerca, di quando una vittima va a denunciare e si deve dare spazio anche alla storia d’amore. Altrimenti si rischia di sminuire il vissuto della vittima stessa” precisa l’autrice. Nel cortometraggio della ragazza, ci sono due tipologie di rapporto: quello amorevole, del cacciatore che accarezza, accudisce e invita a giocare la volpe e quello della gelosia. La gelosia perché la volpe arancione conosce una volpe bianca che le farà scoprire la verità. Il cacciatore e la volpe arancione giocano nel cortile di casa, ma lei viene distratta dalla volte bianca e lui, per richiamare la sua attenzione, le tira una pallina in testa e la ferisce. Ma il cacciatore ride e quindi la volpe ricambia la risata, perché le pare una cosa normale. “Al cimitero le due volpi, però, incontreranno i fantasmi delle altre volpi morte e cercheranno di scappare, ma il cacciatore sparerà due colpi e ammazzerà entrambe – spiega ancora- . Questa scena nel filmato non si vede, appare solo un sacco nero. A seguire torna il cacciatore che ha, con una volpe gialla, gli stessi comportamenti avuti con la volpe arancione. Ma il messaggio è chiaro”. L’obiettivo della 22enne sarebbe portare il suo lavoro nelle scuole e farlo vedere ai bambini. “Le forme proposte sono tondeggianti e richiamano all’occhio sentimenti positivi, nonostante la storia sia pesante” chiarisce.

Inoltre, durante il lockdown, la giovane laureata, con un gruppo di studenti, ha realizzato uno spot pubblicitario per la nuova Porche Taycan, 100 per cento elettrica, che usciva in periodo di Covid. I compagni hanno vinto il bando e fatto 4 spot in totale. “Cercavamo di attirare l’attenzione di persone che seguono le mode e abbiamo raccontato di una principessa che viveva nel 1898. Anno in cui il fondatore di Porche ha progettato la prima auto a vapore (mai realizzata). Poi è nata la Porche”. Nello spot la principessa aveva un matrimonio combinato e scappava salendo su questa auto, andando verso il futuro con lo slogan “Insegui il tuo futuro”. Infine, nei giorni scorsi, la somagliese è stata selezionata finalista, insieme ad altri 6 su 26 selezionati totali, in un concorso a Milano, il Naba cinema award (all’Anteo palazzo del Cinema a Milano):”E’ il primo anno che lo fanno per il dipartimento di media nella mia università e selezionano 26 cortometraggi di laurea degli ultimi 3 anni. Io ero in gara per miglior corto di animazione, hanno notato “No more” ma non ho vinto” conclude comunque soddisfatta. Paola Arensi