Coronavirus, pazienti dimessi monitorati a distanza:"Software gratis a tutti gli ospedali"

L’azienda lodigiana Zucchetti offre l’opportunità dopo i primi riscontri positivi: "Siamo felici di aiutare"

La squadra che ha curato il progetto

La squadra che ha curato il progetto

Lodi, 24 marzo 2020 - Basta pazienti Covid 19 abbandonati a se stessi, arriva il software per monitorare a distanza  i dimessi non acuti ancora bisognosi di assistenza. Una possibilità, quella della diagnosi in remoto,  messa in campo da Zucchetti di Lodi.  L’azienda ha voluto dimostrarsi vicina all’ospedale  lodigiano, cui ha anche donato 300 saturimetri, in arrivo, più la parte hardware del sistema. Al resto delle strutture sanitarie italiane metterà comunque a disposizione almeno la piattaforma software. Con l’occhio al futuro “terminata l’emergenza estenderemo l’idea al settore socio sanitario che ha sempre e comunque necessità di monitorare anziani o persone al proprio domicilio”, ribadiscono in azienda.

Il progetto è stato realizzato insieme all’Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi i cui medici, oltre a gestire il loro super lavoro di questi tempi, si sono impegnati a fondo formando anche 12 dottori di base cui viene demandato il compito di assistere gli interessati. Luca Marchitelli, responsabile della comunicazione, Domenico Uggeri, vicepresidente Zucchetti e Alberto Cazzulani, responsabile tecnico del progetto  Zcare (curato anche da Ivan Fraccapani, Mauro Banderali e Paolo Bassini), spiegano il direttore Lombardo ci aveva spiegato che gli ospedalizzati erano già sotto controllo ma c’erano  anche  dimessi al domicilio  più difficili da monitorare”.    

“Oggi, quindi, il loro monitoraggio avviene tramite un call center messo a disposizione di Zucchetti e gestito da nostri dipendenti - hanno ribadito in azienda - in attesa che l’ospedale diventi autonomo. Le persone al domicilio vengono chiamate due volte al giorno  per segnare  parametri critici: temperatura, saturazione (con strumento fornito dal nosocomio alle dimissioni), battito cardiaco. Il tutto viene inserito in un database e valutato dai medici che decidono se serve intervenire e come”.

Una diagnosi in remoto insomma” dettaglia Cazzulani. Zucchetti ha donato 300 saturimetri “sono in arrivo, ci sono difficoltà di approvvigionamento” e si sta attivando per reperire strumentazioni omologate che possano trasmettere direttamente tutti i valori tramite un unico apparecchio. Ma questa sarà una fase successiva. Ad oggi è stato creato un database di 400mila persone, per tutti gli abitanti della provincia. I primi a utilizzare la novità sono stati 10 dottori-pazienti dimessi ma positivi al Coronavirus (dottori di Sant’Angelo,  Lodi Codogno), Poi, da oggi (ieri per chi legge) si sommano 20 pazienti comuni monitorati dal call center:  quelli informatizzati, che fanno inserimento in autonomia con form web e persone che vengono contattate  dal call center.

Per gli anziani questa voce amica è anche di supporto psicologico dato che devono stare forzatamente lontano dai familiari.  “Stiamo ricevendo tantissime richieste da tutti gli ospedali del territorio italiano e cerchiamo di evadere più risorse possibili, un  lavoro notevole -  commentano .- Attualmente il sistema sostiene gli ospedali di Lodi, Sant’Angelo, Codogno e tra poco Casale, con contatti o attivazioni anche a Rimini, Bergamo,  Piacenza, San Giovanni Rotondo - insistono -Poi, terminata l’emergenza, proporremo la novità al settore socio sanitario”.

La stessa Zucchetti in pochissime ore, un mese fa, ha messo in smart working 1200 persone (consegnando computer e modem a casa e con un permesso in deroga, anche ai 180 dipendenti della zona rossa). Tutto per poter continuare a garantire comunque i propri servizi.