
Coronavirus
Tavazzano (Lodi), 16 aprile 2020 - "In Regione stanno giocando con la vita delle persone: è una situazione surreale". Raffaella Dugnani, 48 anni, impiegata nel settore edile, racconta la sua dolorosa storia perché è convinta sia quella di molti, abbandonati a loro stessi durante il contagio: "Il 3 marzo il medico di base ha visitato, senza protezioni, mio padre e gli ha prescritto esami da fare entro un mese. Ma mio papà, 76 anni, faticava a stare in piedi così l’ho portato al pronto soccorso dove è risultato positivo al coronavirus. Il 6 marzo era morto: nessun funerale, le sue ceneri sono ancora alle pompe funebri. A me, a mia madre di 81 anni immunodepressa, e a mia zia, di 87, è stato detto di stare in quarantena, ciascuna a casa propria, per 14 giorni, che saremmo state contattate da Ats. Non abbiamo più sentito nessuno fino al 24 o 25 marzo quando Ats ha chiamato per sottoporre mio padre al tampone: io, che nel frattempo mi ero ammalata, ho chiesto se, per averlo, dovevo farmi cremare anche io".
Dugnani, infatti, già dal 12 marzo aveva iniziato ad avere febbre alta, tosse forte, dolori articolari: "Devo ringraziare la mia dottoressa di base, Giuseppina Orecchia, che, confrontatasi col primario del pronto soccorso di Lodi, mi ha subito prescritto antibiotici e antivirali, anche se a farmi stare meglio è stato poi il chinino. L’Ats, infatti, sul momento, mi aveva rimandato alla guardia medica secondo la quale la mia era solo influenza da curare con mucolitico e aerosol: tutti mi hanno ripetuto che i tamponi vengono fatti solo ai ricoverati. Avrei dovuto fare una tac il 21 marzo, ma non mi reggevo in piedi e nessuno degli enti preposti mi ha aiutata. L’ho rimandata quindi all’1 aprile quando sono riuscita a spostarmi da sola in auto: è risultata una polmonite interstiziale a ‘vetro smerigliato’ tipo Covid: mi hanno fatto alcuni esami e, senza tampone, mi hanno messa in quarantena, a casa, fino al 19 aprile". "Orecchia – prosegue – mi ha dunque prescritto il Plaquenil, farmaco per l’artrite reumatoide usato per il Covid: il 18 finisco la cura e dovrei fare la tac di controllo il 20 o il 21. Ho ricontattato Ats, ho rispiegato la situazione e mi è stata data la mail a cui la mia dottoressa deve scrivere per chiedere che mi facciano, poi, i due tamponi di verifica; intanto, però, Gallera annuncia una quarantena prolungata a 28 giorni".
Dugnani, che si è premurata di avvisare tutte le persone entrate in contatto con suo papà, che giocava a bocce a Lodi, si sente sola in questa lotta: "Se avessi rispettato i termini della prima quarantena, una volta sfebbrata sarei già uscita, contagiando gli altri. La mia dottoressa si è impegnata, è venuta anche a visitarmi a casa, con protezioni, ma non tutti sono così fortunati".