Coronavirus, tamponi e maschere: ma il problema è (anche) la noia

Il nostro cronista di Qn - Il Giorno isolato nella "zona rossa" del Lodigiano

I bar chiusi e le strade deserte

I bar chiusi e le strade deserte

Codogno (Lodi), 25 febbraio 2020 - L'atmosfera assomiglia vagamente a quella di un lunedì di Pasquetta. Ma la “risurrezione” dall’emergenza coronavirus non è già passata e anzi, nell’epicentro della zona rossa d’Italia, sembra lontanissima. Ieri pomeriggio, complici le temperature gradevoli, si sono viste uscire per fare una passeggiata più persone rispetto ai giorni precedenti. Chi non ha sintomi di malattia ed è obbligato a stare a casa dal lavoro ha provato a vincere la noia. Anche perché, di fronte a numeri di vittime e contagiati in continua ascesa rimbalzati dalle televisioni, si cerca di allontanare il più possibile le preoccupazioni e l’angoscia. Il mattino, a tanti codognesi che i tempi di guerra li avevano sentiti raccontare solo dai nonni e dai genitori, aveva reso realtà aneddoti e immagini, che per ora erano sempre rimaste convogliate nel cassetto “immaginazione”.

E chi le aveva mai viste le persone in fila fuori dalla panetteria o della farmacia? O con il numerino in attesa di entrare a un supermercato? Ieri mattina le code sono state lunghissime. E fuori da qualche supermercato sono proseguite anche nel pomeriggio. Non sono mancate però le proteste perché si poteva entrare solo con le mascherine: molta parte della popolazione le mascherine non le ha e non può acquistarle perché nelle farmacie sono esaurite da tempo. «Dovrebbe essere la protezione civile a portarcele visto che siamo in isolamento» suggeriva più di una persona che ieri mattina non è potuta entrare. Chi invece ha varcato le soglie è uscito con carrelli pieni. Col fiato sospeso restano coloro che hanno fatto il tampone e adesso sono in attesa dell’esito. Richiederlo però, da parte di chi non sta bene e ha tosse, raffreddore e linee di febbre, risulta non essere proprio semplice. «Ho chiamato già da tre giorni perché alla sera la febbre mi arriva fino a 38 e anche mio padre non sta bene - riferisce una 50enne di San Fiorano -. La guardia medica dice di prendere la tachipirina. Nessuno però viene a farmi il tampone».