PAOLA ARENSI
Cronaca

Coronavirus, per gli islamici del Lodigiano sarà un Ramadan in streaming

Il commissario del centro di Casalpusterlengo: "Dall’inizio di questa emergenza doniamo cibo a chi ha bisogno"

Yassine Baradai, 33 anni, è anche segretario nazionale dell’Ucoi

Casalpusterlengo (Lodi), 20 aprile 2020 - I musulmani al tempo del coronavirus "donano cibo a domicilio, pregano in streaming, faticano a trovare alimenti concessi dal Corano e se deceduti, rischiano di rimanere senza tumulazione". Yassine Baradai, 33 anni, di Piacenza,commissario del Centro islamico di Casale e segretario nazionale dell’Ucoi, racconta: "Oggi non è facile reperire prodotti certificati per la religione islamica e lo posso testimoniare anche in quanto consulente dei mercati Halal", spiega. Per esempio, "realtà come San Rocco si sono accordate con un macellaio apposito di Piacenza che porta la carne occorrente al domicilio".

Il Ramadan, intanto, festa di ritrovo per eccellenza, si sta avvicinando: "Inizia venerdì e sarà, per la prima volta, a distanza, il contrario del concetto tradizionale. Oltre a prevedere il digiuno di giorno, i centri islamici di solito vengono ripopolati in maniera esponenziale, per preghiera, attività, conferenze, incontri e la veglia. Ma quest’anno sarà diverso: niente ritrovo, solo streaming. Già da un mese si prega così". I musulmani stanno facendo anche beneficenza: "A Casale giovani legati alle realtà del centro islamico raccolgono spesa da chi la dona e dai negozianti e la distribuiscono alle persone che ne hanno bisogno, non importa di che religione. Giovedì hanno dato frutta, verdura, mascherine alla protezione civile. È umanità e riconoscenza verso l’Italia che ci ha dato tanto, è giusto che facciamo la nostra parte. La preghiera deve essere il mezzo per arrivare ad aiutare".

Per i musulmani lodigiani ora è invece difficile morire: "Abbiamo avuto tre morti in diversi comuni e non essendoci la possibilità di rimpatriare le salme, abbiamo chiesto ai sindaci di avere un’area dedicata per la sepoltura, sconsacrata e con fosse verso la Mecca, a sud-est. Tutto a spese delle famiglie. Non hanno accettato. Per ora ci siamo appoggiati a Cremona e Piacenza ma per i parenti è dura". E la conclusione: "Abbiamo un cimitero islamico a Bergamo però presto sarà saturo e quindi cerchiamo altre soluzioni per queste tragedie".