Codogno, il tutor va in pensione: futuro incerto per un lavoratore disabile

Un 53enne ‘speciale’ lavora all’ospedale occupandosi del guardaroba. Per legge deve essere affiancato da un addetto. La denuncia dei sindacati: dall’Asst silenzio per sei mesi

Gianfranco Bignamini, sindacalista della Fisi

Gianfranco Bignamini, sindacalista della Fisi

Codogno (Lodi), 22 marzo 2023 – L’operatore di supporto ad un lavoratore disabile dell’ospedale di Codogno va in pensione a giorni e per un addetto codognese di 53 anni il rischio è che si apra una finestra verso l’ignoto. Chi lo affiancherà d’ora in avanti? Quali saranno le sue prospettive lavorative? Eppure lui, le mansioni giornaliere le ha sempre assolte con abnegazione, responsabilità e impegno. Sempre preciso e puntuale nel suo lavoro presso il servizio guardaroba del nosocomio.

Ma l’affiancamento di una sorta di tutor è previsto dalla normativa e per 28 anni, tanto è durato il periodo di servizio del 53enne, è stato così. Ora, a giorni, il collega che gli stava a fianco raggiungerà l’obiettivo del meritato riposo e, ormai da mesi, sono emerse le inquietudini della madre del cinquantatreenne disabile che, seppur ha chiesto più volte all’Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) chiarimenti e certezze per il figlio, non ha ricevuto ancora risposte.

“La donna si è rivolta preoccupata al nostro sindacato e ho spedito immediatamente una lettera di fuoco a coloro che devono occuparsi di questo caso perchè la situazione si sblocchi – attacca il sindacalista Fisi Gianfranco Bignamini –. Proprio in queste ore l’azienda ha chiamato la madre invitandola ad un colloquio per l’ inizio della settimana prossima. Vedremo cosa succederà e se ci saranno delle garanzie".

“La domanda però sorge spontanea – aggiunge Bignamini – sono sei mesi che il genitore sta cercando un contatto per capire, ma nessuno le ha mai dato risposte. E’ assurdo che sia passato tutto questo tempo. Se non potrà più svolgere quella mansione all’interno dell’ospedale perché l’affiancamento non c’è più cosa farà? Collocarlo in uno degli uffici non sarebbe certamente l’ipotesi plausibile né una scelta idonea: speriamo non sia questa la soluzione che verrà prospettata dall’Azienda socio sanitaria territoriale perchè sarebbe come umiliarlo dopo tanti anni di lavoro all’interno del presidio di viale Marconi".