Codogno ricorda le vittime del Covid: "Questa cicatrice resterà indelebile"

Preghiera per i morti di coronavrus a tre anni dal primo contagio in Europa

Il sindaco Francesco Passerini depone la corona al monumento ai morti del Covid

Il sindaco Francesco Passerini depone la corona al monumento ai morti del Covid

Codogno (Lodi) - La città ha ricordato la ricorrenza del 21 febbraio del 2020 quando il dramma del Covid ebbe inizio proprio qui, all’ospedale di Codogno, dove fu scoperto il primo caso in Europa di contagio da virus. Momento di raccoglimento e preghiera, ieri mattina alle 10.30, davanti al memoriale delle vittime della pandemia di via Collodi, preceduto da un momento di silenzio al cimitero davanti alla stele che ricorda le vittime fatto collocare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la sua visita nel 2 giugno di tre anni fa.

Il sindaco Francesco Passerini ha posato la corona di fiori davanti al monumento mentre il parroco don Iginio Passerini ha ricordato quando "il contagio si accovacciò alle porte di casa" con l’inizio di una consapevolezza da parte di tutti della precarietà della vita. "Si parlò del "modello Codogno" non solo come la prima città dove si diffuse il virus, ma come comunità resiliente che sopportò la prova in maniera esemplare", ha detto il sacerdote. Per il primo cittadino quello che è successo "è la nostra cicatrice che è lì a ricordarci quello che è stato" e che "nessuna sconfitta è definitiva e che nessuna vittoria è per sempre". Sono state ricordate le vittime perchè è "dovere morale e civile" e lo "faremo sempre in questo luogo".

Anche la sede codognese di Poste Italiane ha voluto commemorare l’anniversario evidenziando come, in quei drammatici giorni, il servizio venne mantenuto grazie anche a tanti dipendenti che non si tirarono indietro. Una su tutte l’allora direttrice dell’ufficio postale che riaprì la sede codognese senza indugio per pagare le pensioni. "L’unica attività aperta era il nostro sportello – ha ricordato ieri Donata Cobianchi– Codogno era deserta e l’unico suono che sentivo erano le sirene delle ambulanze. Appena è emersa la necessità di riaprire il servizio ho dato la disponibilità e sono arrivata a Codogno insieme ad altre due colleghe. È stata dura ma credo di aver fatto solo il mio dovere". Ieri, alla cerimonia hanno partecipato anche il caposquadra dei postini di Codogno Antonino Prestigiacomo e il portalettere Tiziano Omini che tre anni fa erano in servizio in quei momenti drammatici.