Codogno, "Solo 3 medici di terapia intensiva non si ammalarono di Covid-19"

A un anno dallo scoppio della pandemia i sanitari hanno fatto il punto su “Cosa abbiamo fatto e cosa faremo“.

Emergenza Covid-19

Emergenza Covid-19

Codogno (Lodi), 18 febbraio 2021 -  «I primi mesi della pandemia solo 3 medici delle terapie intensive di Lodi e Codogno non si sono ammalati di Covid". E’ il drammatico bilancio ricordato ieri, nell’ospedale della Bassa, durante l’incontro organizzato dalla Società It. di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti). A un anno dallo scoppio della pandemia i medici hanno fatto il punto su “Cosa abbiamo fatto e cosa faremo“. "Abbiamo dato il massimo e vissuto sempre in trincea - ha dichiarato Flavia Petrini, presidente Siaarti -. Non possiamo che ringraziare tutti i colleghi che, dal 21 febbraio 2020 ad oggi, hanno permesso una gestione continua dell’emergenza pandemica, senza risparmiarsi, creando quel baluardo assistenziale che ha permesso di salvare vite e di aiutare il sistema sanitario nazionale a resistere in condizioni estreme". I medici Annalisa Malara, Francesco Mojoli e Gianluca Russo, hanno ricordato quando, personalmente, hanno diagnosticato il Coronavirus e poi trattato in terapia intensiva a Pavia e Lodi i primi pazienti. Segnando, di fatto l’avvio della pandemia da SARS-CoV.2 nel Paese.

"Oggi annunciamo due progetti che ci stanno a cuore - ha sottolineato Petrini -. Si tratta del “Registro-Cruscotto“ delle terapie intensive italiane, avviato da Siaarti per creare uno strumento unico di rendicontazione fra le Regioni e i centri ospedalieri dotati di reparti di Terapia Intensiva e del progetto “Giorgio’s“, iniziativa di raccolta dati volta a descrivere la realtà strutturale ed operativa dei blocchi operatori degli ospedali italiani".