MARIO BORRA
Cronaca

Codogno, anziana muore sola in ospedale: "Legata al letto, gridava i nomi dei suoi figli"

La denuncia della nipote: "Abbiamo pregato i medici di poterla assistere". La replica dell'Asst: "Restrizioni Covid ancora in vigore"

Ospedale di Codogno sotto accusa per la morte di una 90enne (Archivio)

Ospedale di Codogno sotto accusa per la morte di una 90enne (Archivio)

Codogno (Lodi) - Morire da soli in ospedale ai tempi del Covid, nel periodo più buio della pandemia, era diventato purtroppo, tragicamente “normale“: decine di persone non ebbero la possibilità di avere accanto a sè i propri famigliari nel momento di maggior sofferenza. Un elemento straziante, ma imposto dalla necessità di non veicolare il virus che si diffondeva con estrema rapidità e tutelare i più “fragili“. Oggi, nonostante la pandemia sia terminata, un caso emerso drammaticamente in queste ultime ore riporta la questione alla ribalta della discussione. E c’è chi si ribella con il proprio carico di dolore e di rabbia.

Una donna di 90 anni, residente nella Bassa, è deceduta nella notte tra giovedì e venerdì in un reparto dell’ospedale di Codogno per un arresto cardiaco e la nipote, in un post sui social, ha denunciato di non esserle potuta stare accanto, insieme ad altri famigliari, nelle ultime ore della sua vita.

"Era una nonna che aveva bisogno delle cure ospedaliere, ma anche di quelle delle persone che amava, quelle che l’hanno sempre coccolata ed accudita. Abbiamo pregato i medici di poterla assistere. Eravamo disposti a fare il tampone ogni volta che fosse necessario a spese nostre. Pronti a rimanere all’esterno del reparto e ad intervenire qualora si fosse agitata".

Ed invece, nulla. Secondo i famigliari, nessuno è potuto entrare in stanza oltre all’orario di visite e quindi "la nostra nonna ha gridato tutta la notte chiamando i propri figli, legata ai polsi". Una contenzione fisica che viene prevista previo consenso informato da parte dei famigliari.

La nipote mostra anche una foto choc del polso della donna pieno di lividi in conseguenza dei lacci contenitivi, facendo intendere appunto che non ce ne sarebbe stato bisogno se ad accudirla di notte avessero potuto rimanere i parenti stretti. Ieri il tam tam della notizia è rimbalzata in poche ore.

L’Asst di Lodi, tramite l’ufficio stampa, ha confermato che sono ancora in vigore le norme restrittive sugli accessi. "Gli ingressi sono ancora contingentati perchè il Covid potrebbe avere effetti devastanti in un contesto di fragilità - spiegano - Non è ancora il momento di allentare le norme. Ai famigliari è stato spiegato più volte il motivo per cui non era possibile rimanere all’interno. In fondo solo negli ultimi giorni ci stiamo liberando dal problema del virus, chiudendo i reparti Covid e ritornando alla normalità".

Dura presa di posizione della consigliera comunale di Codogno, Rosanna Montani, sensibile sui temi della sanità sul territorio. "Mi ha colpito il fatto umano della vicenda, della sofferenza di chi non trova risposta. La gestione dei reparti ha ancora significato in questo modo visto che non c’è una unicità sulla questione dell’accesso dei parenti? La tutela della salute dovrà interrogarsi sui metodi, sui sistemi di approccio e sull’assistenza. Si faccia chiarezza sull’episodio. Rimane la sofferenza di una persona fragile morta da sola. Non è questa la sanità e la cura cui abbiamo diritto".