
La Cattedrale devastata dai crolli causati dal vento e forse anche da un fungo
Lodi, 5 aprile 2019 - Il destino sembra segnato. In giro per la città è stata smantellata tutta la segnaletica e i cartelli esplicativi della Cattedrale vegetale di Lodi. La scelta del Broletto è un chiaro segnale su quale sarà la decisione sul futuro dell’opera di Giuliano Mauri. La Giunta Casanova è sempre più decisa a non recuperare il “tempio naturale” in riva all’Adda e a partire con gli abbattimenti. Sulla vicenda gli eredi dell’artista lodigiano precisano in tono polemico: «Non abbiamo disconosciuto l’opera, ma solo salvaguardato l’immagine e l’idea di un artista», dice la nipote di Mauri, Francesca Regorda. Che poi aggiunge: «Il nome di un artista così importante come mio nonno non può essere abbinato a uno scempio. Siamo stati noi a chiedere di togliere la segnaletica dalle strade. Il Comune l’ha fatto nel giro di pochi giorni».
La vicenda comunque non dovrebbe chiudersi qui e potrebbe continuare in tribunale. Sulla scelta di abbatterla era intervenuto nei giorni scorsi anche il critico d’arte Philippe Daverio, amico personale dell’artista lodigiano Giuliano Mauri, che aveva definito “una stupidata” l’ipotesi di rimuovere quel che resta della Cattedrale vegetale. Sono mesi che la Cattedrale in riva all’Adda non esiste più. Per questo il futuro dell’opera d’arte è nelle mani della Giunta Casanova che, secondo indiscrezioni, sembra intenzionata ad abbattere l’opera inaugurata due anni fa, nell’aprile 2017 (al taglio del nastro aveva partecipato anche Daverio), e distrutta dalle folate di vento, lasciando in piedi solo 28 colonne (delle 108 originarie). A cedere infatti sarebbero state la gabbie lignee che al suo interno custodiscono le querce che crescendo andrebbero a costituire la vera opera d’arte. L’ufficialità dal Broletto dovrebbe arrivare oggi. Intanto, l’associazione degli eredi di Giuliano Mauri, di cui la nipote Francesca Regorda è presidente, aspetta di sapere quali saranno le mosse della Giunta e comunicherà la decisione durante un incontro pubblico che si terrà mercoledì alle 20.45 in sala Granata.
La perizia effettuata da un tecnico esterno incaricato dal Broletto a dicembre scorso però aveva permesso di scoprire che tra le cause del disastro, oltre alla tromba d’aria, ci sarebbe pure un micidiale fungo che avrebbe infettato il legno delle colonne stesse. Morale: il conto per ripristinare la struttura rischia di ammontare a oltre 200mila euro. Soldi che non sono stati stanziati nel bilancio di previsione 2019 approvato pochi giorni fa in Consiglio comunale.