CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Omicidio Ravasio, l’amante della mantide di Parabiago: “Mi assumo ogni responsabilità, cerco un lavoro per potervi risarcire o venderò il bar”

Massimo Ferretti chiede ancora scusa ai familiari dell’uomo ucciso. E sostiene di volere dire “tutta la verità”, quasi a volersi liberare di un peso insostenibile, un fardello che ormai, dice, grava anche sulla sua famiglia

Fabio Ravasio ed Adilma Pereira

Fabio Ravasio ed Adilma Pereira

Busto Arsizio (Varese) – 12 maggio 2025 - Tribunale di Busto Arsizio, aula gremita e silenzio pesante come piombo durante le dichiarazioni spontanee di uno degli accusati. Nella giornata odierna, nel contesto del processo Ravasio, parla Massimo Ferretti – l’uomo accusato insieme ad Adilma Pereira, ribattezzata dalla stampa la “mantide brasiliana” insieme ad una serie di complici, dell’omicidio del giovane Fabio Ravasio. Ferretti, compagno della donna e figura centrale di questa oscura vicenda, ha fatto dichiarazioni spontanee, improvvise e sofferte, cariche di un pathos che ha attraversato la sala come una lama.

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“Mi assumo ogni responsabilità”, ha esordito Ferretti, con voce incrinata ma ferma, rivolgendosi direttamente ai familiari della vittima. “Ciò che è successo è ingiustificabile. Non passa giorno senza che il rimorso mi consumi. Se potessi, restituirei la vita a vostro figlio”. 

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Nel suo intervento, Ferretti ha sostenuto di volere dire nel corso del processo “tutta la verità”, quasi a volersi liberare di un peso insostenibile, un fardello che ormai, dice, grava anche sulla sua famiglia: “Sto cercando un lavoro per potervi risarcire del danno subito”, ha aggiunto, visibilmente commosso. “Ma Parabiago è una realtà piccola, chiusa. Tutti mi hanno chiuso la porta in faccia. Non vedo altra via che vendere il bar: per me, per i miei figli, e per Fabio”.

Ferretti, che gestiva un bar a Parabiago, è l'amante della compagna di Ravasio. Nel suo bar si erano svolti gli incontri per progettare l'omicidio di Fabio Ravasio.

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