
Un mezzo della Fircb di Casale
Casalpusterlengo (Lodi), 20 luglio 2020 - Azione più sistematica e meno cuore. Dopo il picco dell’emergenza sanitaria per la Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen's Band arriva il momento del bilancio: "Organizzazione vincente, ma si devono ridurre le presenze dei volontari per non metterli in pericolo". Patrizio Losi di Casale, presidente nazionale del sodalizio, racconta il passato recente e il futuro delle tre associazioni federate: la storica Fircb di Casale, con 50 volontari e convenzioni con Castiglione, Terranova, Orio Litta e Casale; Fratelli Sea di Lodi Vecchio, 30 volontari e l’Associazione Volontari Specialisti di Marudo con 50 componenti. "Insieme servono un bacino composto da 13 comuni lodigiani – dettaglia -. Oltre alle loro attrezzature, circa una ventina di automezzi vari e torri faro con motopompe di ogni gradazione, possono usufruire delle attrezzature e dei mezzi della colonna mobile nazionale parcheggiati nei capannoni di Brembio. Sempre non ci siano terremoti in giro".
Durante l’emergenza l’assenza del coordinamento provinciale "annullato, per vizio di forma, dalla Regione Lombardia, con le associazioni ancora in attesa che ne venga eletto un altro, è stata compensata dall’essenza stessa della federazione. Un sodalizio che ha fatto da coordinamento, trasferendo i volontari e mezzi nei vari comuni , dove più servivano". "Inoltre, per quasi due mesi, è stata la federazione, con l’ufficio di segreteria nazionale, a raccogliere i dati dei volontari impegnati, anche quelli non federati, nelle zona rosse, per trasmetterli alla Regione Lombardia".
Ma per Losi il vero "goal" è stato segnato nei primi giorni di zona rossa. "I volontari interni, dei gruppi comunali e anche della federazione, non potevano uscire dal cinturamento, anche solo per portare il caricabatterie del cellulare al paziente di Casale ricoverato a Pavia, mentre Fircb ha volontari residenti fuori dalla zona rossa. Questi ultimi, usando i mezzi nazionali, facevano staffetta ai checkpoint risolvendo da soli il problema senza lungaggini burocratiche di Prefettura e Provincia" sottolinea con orgoglio. Il tutto con una infrastruttura tecnica che permetteva il collegamento con le radio locali da Verona sino a Vercelli.
C’è però qualcosa da cambiare: "Dobbiamo migliorare la gestione delle turnazioni, i nostri quadri devono imporsi per limitare le attività dei volontari. Alcune azioni potrebbero sembrare atti eroici ma, per la presidenza nazionale, sono solo atti di sconsideratezza. Aver tenuto operativa una volontaria nel paese di residenza del paziente uno, per più di 120 giorni, con situazioni di salute personale di alto rischio, oppure volontari che di giorno erano al Com-Centro operativo misto e di notte in ambulanza per i ricoveri, è stato troppo. Anche se per fortuna è andato tutto bene. Dobbiamo avere un’organizzazione più di sistema e meno di cuore", conclude.