Casalmaiocco, Angel e il bimbo caduto dal balcone: "Orgoglio, ma non sono un eroe"

Lodi, Angel e il piccolo caduto dal balcone:

Angel Vargas, il giovane che ha salvato il bimbo precipitato

Angel Vargas, il giovane che ha salvato il bimbo precipitato

Casalmaiocco (Lodi), 16 settembre 2019 - «Piccolo, come stai, hai visto l’Uomo Ragno? Stai tranquillo, sei salvo. Ricordo queste parole, dopo aver sbattuto il mento sull’asfalto, pronunciate da una fisioterapista che è corsa a vedere come stava il bambino mentre io ancora cercavo di capire come fossero andate le cose». Sono i ricordi di quei momenti concitati in cui, con un intuito da angelo custode, il ventenne Angel Micael Vargas Fernandez, argentino, stava realizzando di aver appena salvato la vita di un bimbo di 4 anni caduto dal balcone di casa. «Doveva essere un comune sabato di lavoro, nell’autolavaggio in cui sono assunto part time, perché faccio le serali di informatica all’Itis di Lodi, quando per poco non c’è stata una tragedia – racconta –. Un fatto che non doveva avvenire, per cui non mi sento un eroe, ma provo orgoglio. L’unico mio interesse, ora, è che quel piccolino stia bene e superi un trauma che ha lasciato sotto choc anche me. Presto andrò a trovarlo in ospedale (dove è ancora in osservazione, Ndr ) dato che, grazie ai farmaci, mi sento meglio e riesco a camminare. Le mie ferite non contano, voglio sapere che lui sta bene».

In ambulanza Angel ha viaggiato verso il pronto soccorso di Lodi con il piccolo e la madre. «I genitori mi hanno espresso la più viva riconoscenza, eravamo tutti realmente terrorizzati, è stato un incubo – spiega –. Avevo pochi secondi per muovermi e senza sapere cosa fare, grazie anche a un signore di Tavazzano che ha cercato di aiutarmi, ho deciso di salire sul balcone a prendere quel ragazzino». «C’era un furgone parcheggiato sotto il balcone, ma distante dalla sua posizione. Ho deciso di salire sul tetto del veicolo, che non ho potuto spostare perché non avevo le chiavi, nel tentativo di arrivare al primo balcone. Il piccolo nemmeno mi poteva vedere. Non urlava, ha pronunciato la parola mamma alcune volte e ascoltava il signore a terra che, con tanti altri, gli urlava di tenersi più forte che poteva che saremmo andati a prenderlo – aggiunge –. Ma non sono riuscito ad arrampicarmi e poco dopo ho visto il bambino precipitare. Istintivamente, mi sono lanciato verso di lui, l’ho afferrato, siamo caduti insieme e il colpo è stato attutito da quel signore che tentava di rassicurarlo. Poi gli altri si sono occupati di noi».

«Adesso sto meglio, i medici sabato mi hanno dimesso con una prognosi di 10 giorni, ma se andrà bene vorrei tornare prima a lavoro e alla vita normale». Angel poi racconta cosa è avvenuto dopo il salvataggio. «Il piccolo per il trauma inizialmente non è riuscito nemmeno a piangere, lo hanno adagiato a terra, su una maglietta, gli chiedevano se avesse visto l’Uomo Ragno, poi finalmente si è lasciato andare alle lacrime e ha pianto anche quando ha visto l’ambulanza. Mi hanno detto che non era grave, l’unica cosa che contava, per me. Amo i bambini e ho una nipotina di 2 anni, quindi li proteggo». Il giovane continua a ripetere che anche il piccolo ha avuto una forza enorme: «Non so davvero dove un bimbo di quell’età sia stato capace di tenersi tanto a lungo al balcone». Angel è nato in Argentina, dove vivevano i genitori peruviani, è in Italia da 12 anni e ora che la tivù lo cerca per intervistarlo, probabilmente otterrà una benemerenza. Il sindaco di Sordio Salvatore Iesce, che ha appreso solo diverse ore dopo dell’episodio, ci sta pensando. «Non abbiamo benemerenze civiche locali ma potrebbe essere una proposta a livello provinciale».