Campagna vaccini, parte l’esposto: "Caos senza giustificazioni"

Lodi, nel mirino le lunghe attese per gli utenti, i disguidi per gli over 80 e la scarsa organizzazione Da qui la denuncia inviata al prefetto Montella dal Coordinamento territoriale per il diritto alla salute

protesta del gruppo il 21 febbraio davanti all’ospedale

protesta del gruppo il 21 febbraio davanti all’ospedale

Lodi - «Il caos sulla campagna vaccinale è ingiustificabile". Le lunghe attese, i disguidi per gli over 80 e la scarsa organizzazione. Sono questi i punti che il Coordinamento territoriale lodigiano per il diritto alla salute ha raccolto in un esposto inviato ieri al prefetto di Lodi Giuseppe Montella. Nel lungo documento, il gruppo, che raccoglie esponenti della politica locale, dei sindacati, delle cooperative e dell’associazionismo, sottolinea come "il sistema regionale di prenotazione, che dovrebbe assicurare la razionale distribuzione dei vaccinandi nei punti di somministrazione dei luoghi di provenienza decisi da Asst di Lodi, in realtà non funzioni".

"Sappiamo di cittadini over 80 che sono stati inviati in sedi vaccinali lontane o fuori provincia - spiega la referente del Coordinamento, Francesca Dibella -: da Lodi a Codogno, da Lodi al milanese. Un’over80, che su prenotazione in farmacia andava a Sant’Angelo, è stata chiamata per andare a Lodi. A questo si aggiunge l’apertura degli hub nel territorio (Fiera di Lodi, Cupolone di Sant’Angelo e palasport di Codogno, ndr) che è arrivata troppo tardi. A oggi si continua a vaccinare le persone negli ospedali". Il Coordinamento lodigiano ha chiesto più volte all’Asst di Lodi di aprire un tavolo di confronto sul tema della sanità in un territorio, come quello Lodigiano, che per primo in Italia ha affrontato l’emergenza Covid. A oggi però il direttore generale dell’Asst lodigiana, Salvatore Gioia, non avrebbe mai risposto alle richieste di incontro proposte dal Coordinamento.

"Chiediamo che l’Asst di Lodi e l’Ats intervengano per ripristinare un livello di assistenza e sanità sul territorio che sia adeguato - spiegano Peppo Castelvecchio e Andrea Viani del Coordinamento lodigiano -. In questi mesi però non abbiamo mai ricevuto una risposta dall’Azienda. I cittadini hanno diritto a una sanità pubblica forte e a una campagna vaccinale adeguata. Per questo chiediamo di aprire un tavolo per il diritto alla salute". Un’altra criticità presente nell’esposto riguarda la carenza di medici di base nel territorio.

In tutta la provincia mancherebbero 12 medici di medicina generale. Con conseguenze che potrebbero essere rilevanti, oltre che per la gestione dei pazienti in questo periodo, anche per l’andamento della campagna vaccinale anti-Covid. "Chiediamo al prefetto di Lodi Giuseppe Montella - dicono dal Coordinamento - di promuovere un adeguato confronto/cooperazione tra tutti i soggetti civici, sociali e istituzionali capaci di territorializzare e integrare servizi sanitari, sociosanitari e sociali, a partire dai comuni". A tutto questo si aggiunge anche una denuncia penale presenta da Medicina democratica, a firma anche del Coordinamento, nei confronti della Regione, "colpevole", a loro dire, di non essere stata in grado di gestire la pandemia. Il documento è stato depositato ieri in Procura a Milano.