Black-out in carcere "Si rischia un incidente"

"Saltata la videosorveglianza". L’allarme del sindacato. della penitenziaria. sulla situazione della struttura

di Carlo D’Elia

Sbalzi di tensione e continui black-out. Questa la situazione nel carcere di Lodi nelle ultime settimane. Con l’ondata di caldo si sono registrati enormi disagi per gli agenti e tutta la popolazione detenuta all’interno della casa circondariale di via Cagnola. Le conseguenze, secondo quanto riferito dal sindacato Sappe, hanno interessato gli uffici per l’assenza della aria condizionata e soprattutto il sistema di videosorveglianza che controlla i detenuti e l’intera struttura penitenziaria interna ed esterna. Quest’ultimo problema è stato risolto, momentaneamente, solo ieri dopo un fine settimana di difficoltà. Una situazione esasperata che secondo il sindacato Sappe continua da anni. "Sono diversi anni che al carcere di Lodi si interrompe improvvisamente l’energia elettrica e sistematicamente crea disagio e spavento al personale - spiega Dario Lemmo, dirigente sindacale di Lodi del Sappe -. Nessun direttore è stato capace di risolvere il problema. Appena dopo la sistemazione del sistema di videosorveglianza si sono verificato altri cinque blackout. È un problema per una struttura come la nostra che deve sempre lavorare con la massima sicurezza". L’energia elettrica si interrompe improvvisamente principalmente nelle ore diurne e capita circa 45 volte al giorno e puntualmente in quelle occasioni si fermano tutte le attività e con forti ripercussioni sulle attrezzature elettriche. Questa volta a rimetterci è stato il sistema di videosorveglianza che da sabato 14 agosto fino a ieri non è stato più funzionante proprio a causa della continua interruzione di energia elettrica e sbalzi di tensione. L’anno scorso sono rimasti bloccati nel montacarichi delle persone ed è stato un panico totale tra tutto il personale presente che assisteva inerme. Secondo il sindacato "lavorando in queste condizioni prima o poi accadrà qualche serio incidente". È già dall’anno scorso che il Sappe ha segnalato questa criticità e lo ha fatto anche il 30 luglio e 13 agosto scorsi chiedendo un intervento non solo il direttore della casa circondariale di Lodi Gianfranco Mongelli ma anche il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria Pietro Buffa.