
Enrico Dusio direttore di Asp Basso Lodigiano L’azienda servizi alla persona ha deliberato la chiusura della comunità educativa “La strada dei colori“ per le difficoltà gestionali e di reperimento di personale stabile
Chiude la comunità educativa per minori “La strada dei colori“. L’Asp Basso Lodigiano ha deliberato la chiusura della struttura, attiva dal 2021, per il 1° ottobre. Accoglie 10 minori stranieri non accompagnati, tra i 14 e i 17 anni, alcuni impegnati in percorsi scolastici e altri con borse lavoro (i Comuni ne pianificheranno il ricollocamento). La decisione, presa all’unanimità dal consiglio di indirizzo, nasce dalla volontà di destinare risorse alla realizzazione di appartamenti protetti per anziani parzialmente autosufficienti, un servizio con liste d’attesa. "Oggi molti anziani finiscono direttamente in Rsa, ma spesso non è il passaggio intermedio giusto" spiega il direttore Enrico Dusio. La chiusura è motivata anche da difficoltà operative: il mancato rinnovo della convenzione da parte del Comune di Lodi, la scarsità di nuovi ingressi da Piacenza, la difficoltà nel reperire educatori qualificati e alcuni episodi critici, tra cui un accoltellamento in città a un ospite.
"Molti ragazzi qui hanno fatto percorsi positivi, trovando lavoro e casa. Ma la struttura, isolata e difficile da gestire, non è più sostenibile. Manca personale stabile che sposi progetti" aggiunge Dusio. "Non si aprono le strutture solo per far quadrare i bilanci, se si fa fatica a trovare gli educatori si cercano di più – rimarca Rosanna Montani di Codogno insieme 2.0 –. I ragazzi sono problematici, ma vanno gestiti con un metodo educativo specifico. Già rifiutati e sballottati, che fine faranno ora? La scelta di chiudere non risolve i problemi, li sposta e basta. Le realtà che si aprono alla città di solito funzionano, ma servono idee, persone, progetti, obiettivi. La delibera parla di chiusura di un accreditamento, non si dica che c’è la volontà di riaprire. E ora spero in servizi di qualità per gli anziani". Gianfranco Bignamini, del sindacato Fi-Si di Codogno, a sua volta commenta: "Infermieri e operatori socio sanitari, in Asp, spesso scappano. I progetti si fanno, ma bisogna mettere anche la parte economica. Ora speriamo che ciò che aprono funzioni, ma anche per gli anziani occorre personale. Comunque il primo fallimento è stato 4 anni fa: doveva nascere una cittadella della salute di cui oggi non si parla più".