
Carlo Manini col suo fido Venom (a sinistra) e la Lidl di via Leonardo da Vinci a Codogno
È la sua guida nel mondo. Un compagno inseparabile. Anche per legge. Eppure Carlo Manini, non vedente di Codogno, nel Lodigiano, entrato in un supermercato con la figlia e con Venom, il suo indispensabile cane-guida, si è sentito chiedere di "andarsene per la presenza dell’animale". A raccontarlo, ancora incredulo, è lo stesso Manini che, con Venom al fianco, si è sempre recato "ovunque a fare la spesa".
Il suo inseparabile compagno, una preziosa garanzia di indipendenza, non è mai stato un "problema": "In tutti i supermercati cittadini, come per legge - ho seguito un corso di due mesi in Brianza, proprio per sapere cosa avrei potuto fare con il mio fedele amico - siamo sempre stati molto ben accolti. Invece venerdì - racconta il 65enne - alla Lidl di via Leonardo da Vinci, è successo che mi chiedessero di uscire. Benché io alla fine mi sia ostinato a finire la spesa e pagare comunque i miei acquisti. Ci sono riuscito nonostante l’imbarazzo per quanto è accaduto, davanti a clienti attoniti, che ci hanno dimostrato solidarietà".
“Mi ha avvicinato una dipendente a tono sostenuto, quasi urlando, dicendo che dovevo andarmene, perché il cane non poteva entrare, come da regolamento e questo benché Venom indossasse la pettorina con i simboli dell’Unione ciechi e della Croce rossa e le dotazioni di legge - racconta, scosso -. È stato desolante. Ma so che è nei miei diritti e non mi sono mosso di lì. Però, dopo la brutta accoglienza iniziale, sono stato rincorso tra gli scaffali per tutto il tempo, sentendomi ribadire la questione".
Sono stati minuti di tensione: "Ho chiesto di parlare con il direttore, ma mi è stato riferito che era assente e che, in quel momento, la responsabilità di far rispettare le regole era loro. E hanno provato in diversi, tutti dipendenti, a convincermi a uscire e portare fuori Venom. Lo trovo assurdo". E Manini non intende lasciar cadere la questione: "Sporgerò denuncia all’Unione ciechi. Una cosa similie mi era successa solo una volta, in una pizzeria di Asti, dove alla fine, la mia famiglia era uscita. In quel caso ero riuscito a farli multare".
Manini a Codogno è conosciuto: "Siamo persone serie, mia moglie e mia figlia hanno un’attività in città. Non tollero questa maleducazione". Da parte della La storica sala diventerà un centro commerciale, addio a 94 anni di storiasi sottolinea che "per noi è molto importante offrire ai nostri clienti il massimo dei servizi e un ambiente piacevole, sicuro e accessibile. Pertanto, confermiamo che nei nostri store è consentito l’accesso ai clienti non vedenti, accompagnati da cani guida. Inoltre, i collaboratori dei nostri supermercati, sono sensibilizzati a prestare la massima attenzione a ogni singola persona".
Su quanto segnalato da Manini per il punto vendita di Codogno "a seguito delle opportune verifiche - precisa Lidl -, ci teniamo a sottolineare che il personale presente si è limitato ad invitare i clienti, peraltro frequentatori abituali del negozio, ad assicurarsi che il cane non entrasse in contatto diretto con i prodotti esposti, al fine di garantire il rispetto degli standard di igiene e sicurezza in materia".