LAURA DE BENEDETTI
Cronaca

Costretti a convivere con l’amianto: nove anni di segnalazioni andate a vuoto

Lodi, il caso dell'ex vetreria Malaspina "rispolverato" in Provincia dalle Rsu

Il “panorama” su alcuni tetti adiacenti alla sede della Provincia (Cavalleri)

Il “panorama” su alcuni tetti adiacenti alla sede della Provincia (Cavalleri)

Lodi, 23 luglio 2017 - "In merito all’amianto sul tetto dell’ex vetreria Malaspina di via Vistarini, il Comune resterà vigile anche se per legge potremo intervenire in sostituzione della proprietà solo se quest’ultima, una volta spirato il termine, a maggio 2018, non dovesse aver proceduto alla rimozione. Nel frattempo incontrerò i delegati Rsu della Provincia, rispondendo ad un loro invito".

Il neoassessore alla Viabilità ed Ecologia del Comune, Alberto Tarchini, venerdì mattina ha preso in mano per la prima volta il fascicolo relativo al caso della copertura in eternit della ex fabbrica della città Bassa, collocata al centro del popoloso rione della Maddalena, sollevato lo scorso 3 luglio dai delegati sindacali interni della Provincia i cui palazzi (in particolare l’ex convento di San Cristoforo), trovandosi in posizione sopraelevata sul colle Eghezzone, si affacciano proprio sul tetto, mai bonificato ed ora da rimuovere per la sua pericolosità. L’ex fabbrica ormai da anni era usata come parcheggio privato sia da alcuni residenti sia, in via non istituzionale, da singoli agenti della Guardia di finanza, che ha la sede a pochi metri. Da quando la Provincia ha denunciato pubblicamente la situazione, il parcheggio è rimasto chiuso: è visibile solo un portone in ferro arrugginito, un citofono rotto, un cartello sbiadito scritto a mano che indica la chiusura dalle 20 alle 6.30, un cartello di "passo carrabile” rilasciato dal Comune nel 2002. Che ci siano adeguate condizioni di sicurezza, interessa non solo i dipendenti della Provincia, intenzionati a chiedere all’Ats (ex Asl) di effettuare un sopralluogo all’interno degli uffici per verificare l’eventuale presenza di fibre di amianto, specie da quando, questa estate, col sistema di condizionamento rotto, le finestre sono sempre aperte, ma riguarda anche tutti coloro che, per lavoro o residenza, vivono in via Vistarini e nelle vie limitrofe. "Non ho ancora avuto contatti con la proprietà – aggiunge Tarchini – noi utilizzeremo tutti gli strumenti di possibile mediazione e collaborazione. Ma se la legge verrà disattesa, interverremo con gli atti a nostra disposizione".

La Provincia si era mossa, in base alla legge 626 relativa alla sicurezza nei posti di lavoro (l’eternit è cancerogeno), sin dal 2008, sollecitando l’Asl. Nel 2009 la prima risposta: il tetto in amianto avrebbe dovuto essere bonificato entro tre anni, con rivalutazione dell’indice di degrado entro due anni. Ma nulla è stato fatto e, a quasi nove anni dalla prima segnalazione, a febbraio 2017 la Provincia scrive a Comune e Ats, che inducono la proprietà a rinnovare l’indice di degrado: a giugno si apprende che è pari a “48” e che ciò comporta "la rimozione entro 12 mesi".