MARIO BORRA
Cronaca

Codogno, aereo precipitato ottanta anni fa: dal terreno ne rispunta un pezzo

Alla frazione Maiocca persero la vita due giovani di Cortona e Macerata. Si pensa a un “gemellaggio“

L'incidente aereo nel 1940 a Codogno

Codogno (Lodi) -  È bastato un pezzo di lamiera venuto alla luce alcuni giorni fa sotto alcuni metri di terreno per riportare le lancette della storia indietro a più di ottant’anni fa: il volo di due piloti della Regia Aeronautica Italiana, il sergente Gino Polezzi, 24 anni di Cortona (Arezzo), e Vittorio Sforzini, 33 anni, di Macerata, decollati da Arcore il 17 settembre del 1940 in trasferimento a Bari, purtroppo non durò a lungo. All’altezza della frazione Maiocca, infatti, il loro velivolo precipitò dopo un tentativo di atterraggio di fortuna. Una vicenda minore, se compararata alla tragedia della Seconda guerra mondiale, ma non condannabile all’oblìo, almeno nelle intenzioni della comunità codognese. Ed è per questo che ora la storia vuole essere riportata alla luce, anche solo per non dimenticare i due piloti che, a causa di un’avaria o della fitta nebbia, morirono nel loro aereo, un Imam Ro 37, trasformatosi in pochi secondi in una palla di fuoco. E già si pensa ad una targa ricordo da piazzare vicino al terreno e ad una sorta di “gemellaggio“ tra Codogno, Cortona e Macerata, luoghi di origine dei due aviatori.

Le carte, i documenti ed alcune foto già indicavano il luogo esatto della caduta, campo Barozzi di Cascina Cavecchia, ma si deve alla volontà dell’ingegnere codognese Andrea Alloni la ricerca più approfondita, il contatto coi parenti delle vittime e alcuni storici. Alla fine, però, oltre alla ricostruzione dettagliata degli eventi, mancava la prova empirica ed Alloni ha voluto andare fino in fondo: ha contattato il proprietario del terreno e, durante i fine settimana, con l’ausilio di un metal detector di un suo amico appassionato, Alessandro Ferrari, ed una pala, ha scavato riportando alla luce pezzi del relitto dell’aereo. Difficile dire, almeno al momento, a quale parte del velivolo siano riconducibili, ma la ricerca proseguirà anche perchè, come ha già confermato il contadino, lì sotto sono già emersi in passato altri resti.