
"Una mano omicida e violenta si è stesa contro di lui, ma ora è il momento del silenzio e della...
"Una mano omicida e violenta si è stesa contro di lui, ma ora è il momento del silenzio e della preghiera e dobbiamo spegnere ogni chiacchiera, curiosità e giudizio. E per chi non ha non ha avuto pietà di lui chiediamo il dono di un pentimento vero, sincero, credibile e che conduca ad una autentica conversione del cuore". Così don Elia Croce, parroco della chiesa di San Fereolo a Lodi, ha ricordato ieri mattina, in un passo dell’omelia, la tragedia di Roberto “Rambo“ Bolzoni, il 60enne massacrato con 37 coltellate a febbraio scorso e trovato in nella sua auto in piazza Omegna. Per querso efferato omicidio sono attualmente in carcere due indiziati, il 29enne Andrea Gianì e lo zio Roberto Zuccotti di 49 anni. A circa quattro mesi e mezzo dalla morte, ieri si sono potuti celebrare i funerali dell’uomo in una chiesa gremita e il feretro, poi tumulato al cimitero Maggiore, è stato accolto dalla moglie Anna con la figlia Lyn e le sorelle Iolanda e Andreina.
"La morte drammatíca di Roberto non deve essere vana per tutti noi – ha ribadito il sacerdote sull’altare – rappresenta piuttosto un invito forte a vivere la víta nel dono di noi stessi, a non abusare del dono della vita, a ríspettarla, sempre, ad accoglierla, a difenderla, a prendersene cura". Per don Elia vi è "la necessità di una vita sensata, di una esistenza piena di significato, che abbia un orientamento, una direzione, una meta che abbia dei riferimenti sicuri, dei valorí grandi che ispirano le scelte e diano un’impronta all’esistenza". Poi uno sguardo a Roberto che "possa finalmente trovare la pace nel cuore di Dio ed anche la risposta ad un epilogo così tragico della sua vita terrena". Mario Borra