CRISTIANA MARIANI
Cultura e Spettacoli

Punkreas nella storia: "La grande emozione? Sul palco con Dario Fo. Ma che dolore il G8"

Il chitarrista Noyse ripercorre i momenti principali di 35 anni di attività. La band sarà al Rugby Sound con Vallanzaska e Derozer: "Sarà un tuffo nel passato, daremo messaggi positivi ed energia"

I Punkreas, da sinistra: Endriù, Gagno, Paletta, Cippa e Noyse (Foto Luca Ash)

I Punkreas, da sinistra: Endriù, Gagno, Paletta, Cippa e Noyse (Foto Luca Ash)

Legnano (Milano) – Punk da 35 anni . Il batterista Gagno, il bassista Paletta, il cantante Cippa e i chitarristi Endriù e Noyse: i Punkreas sono tanto la punk band più longeva d’Italia quanto i traghettatori di tante generazioni da una società all’altra, da un mondo all’altro. Da un secolo all’altro. Dal 1989 a oggi la band partita da San Lorenzo di Parabiago e poi protagonista sui palchi di mezza Europa ha continuato a raccontare vizi e virtù della società moderna sempre con uno spirito critico, ma altamente propositivo.

Noyse, in quale fase sono i Punkreas?

"Una fase miracolata (ride, ndr): il punk rock non è nel suo momento migliore, ma per uno strano miracolo noi continuiamo ad essere in un ottimo momento. La nostra versione dal vivo va sempre molto bene".

Chi è oggi il vostro pubblico?

"Ci sono i fan storici, ma a venire ai nostri concerti sono anche le nuove generazioni, vengono sempre anche persone giovanissime. Tra il pubblico ci sono spesso anche bambini, che però probabilmente sono i figli dei nostri fan della prima ora e crescono “tormentati” dalla nostra musica a causa dei genitori".

Quali sono stati i momenti più belli e quelli più brutti della vostra lunga carriera sin qui?

"I più belli senza dubbio i concerti con 40-50mila spettatori. Erano eventi ai quali potevi stare fianco a fianco con dei giganti come i Rage Against the machine. Ricordo anche una manifestazione in Veneto che è stata molto emozionante. In quell’occasione a Dario Fo servivano musicisti che lo accompagnassero sul palco, siamo andati noi e lo abbiamo fatto improvvisando mentre lui metteva in scena il suo Gramelot. Ricorderò per sempre quando ha detto al pubblico: ‘Questi ragazzi sono bravi, segnatevi il loro nome. Faranno strada’. Abbiamo suonato anche con Roberto ‘Freak’ Antoni, è stato fantastico. Il momento più brutto è uno e rimarrà per sempre scolpito nella mia memoria: Genova 2001. Eravamo al G8, abbiamo vissuto tutto da vicino. Porto ancora il dolore per quello che è successo".

Le vostre canzoni contengono sempre riflessioni sul mondo e sulla società, avete mai pensato di scendere in politica?

"Non dal punto di vista della politica partitica. In realtà chiunque fa politica in ogni cosa che fa. Tutti mettiamo le nostre idee in quello che facciamo. Però la politica partitica non è il nostro mestiere, noi facciamo musica. Recentemente abbiamo sostenuto il nostro amico Andrea Cegna per le elezioni europee e questo è stato un piccolo esperimento molto interessante".

Giovedì 11 luglio sarete insieme ai Derozer e ai Vallanzaska sul palco del Rugby Sound di Legnano. Cosa si deve aspettare chi verrà a vedervi?

"Sarà un tuffo nei tempi d’oro, sul palco ci saranno tre band straordinarie. Ci sarà tutto il contrario di quello che è un’esperienza trap: niente autotune, sarà tutto suonato davvero e ci saranno tanta energia e voglia di trasmettere messaggi positivi. Cercheremmo di fare muovere sia le gambe, ma anche la testa di chi ci ascolta".

I vostri progetti futuri?

"Saremo in tour per tutta l’estate. Avevamo iniziato a portare in giro l’album ‘Electric Déjà-Vu’, poi per motivi personali abbiamo dovuto fermare il tour. Visto il successo che ha riscosso fra il pubblico, però, abbiamo deciso di ‘ricaricarlo’ e portarlo in giro ancora un po’, con due nuove canzoni. Per l’anno prossimo vedremo. Un nostro disco molto importante compirà trent’anni proprio nel 2025...".