ROBERTA RAMPINI
Cronaca

Travolse e uccise due donne al casello dell’A4: "Vizio di mente da rivalutare"

Richiesta una nuova e più approfondita perizia psichiatrica per il responsabile del tamponamento alla barriera di Milano-Ghisolfa dell’A4

La macchina distrutta alla barriera dell'A4

Supplemento di perizia psichiatrica per Amine Mohamed El Mir, il 39enne italiano di origine marocchina, che nella notte tra il 17 e 18 febbraio, alla barriera autostradale Ghisolfa della A4 Milano-Torino, è piombato a velocità sostenuta e senza frenare contro la Lancia Musa con a bordo due donne, Laura Amato, 54 anni, e Claudia Turconi, 59 anni, morte nello schianto.

Lo ha deciso il gip di Milano Ileana Ramundo dopo che da un precedente accertamento, sempre deciso dal giudice e affidato allo psichiatra Raniero Rossetti, erano emerse un’incapacità totale di intendere e volere dell’uomo al momento di fatti e la sua pericolosità sociale. Nel corso della prima perizia psichiatrica era stato accertato che l’imputato soffre di una psicosi paranoide con crisi "da fine del mondo".

L’esito dell’accertamento psichiatrico era stato discusso lo scorso 22 maggio davanti al gip alla presenza del pm Paolo Filippini, degli avvocati dell’imputato, dei familiari delle vittime e dei consulenti di parte. Secondo lo psichiatra il disturbo psicotico da cui è affetto il 39enne ha inciso sulla sua condotta al momento del fatto. Dunque non sarebbero stati né l’hashish né le benzodiazepine, sostanze a cui l’italo-marocchino risultò positivo durante i controlli successivi al fermo, a comprometterne le facoltà mentali. Ciò significa che, se nel processo al 39enne sarà riconosciuto il vizio totale di mente, verrà assolto per incapacità di intendere e volere. Ora però il Gip ha ritenuto che quelle analisi non sono sufficienti e convincenti e ha affidato a Marco Lagazzi, altro psichiatra forense, nuovi accertamenti. La relazione sarà depositata ai primi di settembre. L’uomo è accusato di omicidio colposo plurimo, sottoposto a una misura di sicurezza per pericolosità sociale, con obbligo di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Piacenza e libertà vigilata per un anno.

Stando alle indagini della Stradale, nessun segno di frenata era stato accertato e l’auto quella notte viaggiava a quasi 150 km/h. Il 16 febbraio aveva avuto una crisi, è arrivato all’ospedale di Piacenza dal quale, però, si è allontanato. È ricomparso il giorno dopo a Malpensa. Vedendo le sue condizioni, è stato accompagnato al presidio medico dove gli sono state somministrate gocce di un farmaco con benzodiazepine. È stato, poi, portato all’ospedale di Gallarate, ma anche da là se ne è andato. Ha chiamato un cugino e si è fatto portare a riprendere la macchina a Malpensa. Si è fermato in una piazzola di sosta e ha ripreso a guidare fino allo schianto.