CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Traffico internazionale di droga. Stanato a Legnano il grossista. Stop allo spaccio in Svizzera

In manette un trentenne albanese che risiedeva in città e definito "di alto profilo criminale". Con un socio nascondeva lo stupefacente in auto posteggiate tra l’Alto Milanese e il capoluogo.

Non aveva una residenza, non aveva un permesso, ma era comunque domiciliato da anni a Legnano il narcotrafficante internazionale arrestato nella maxi-operazione delle forze dell’ordine sul traffico di stupefacenti e sfruttamento della prostituzione effettuata ieri tra le province Milano, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza Brianza, Piacenza, Savona, Torino e Varese, Brescia e Cosenza. L’uomo, residente a Legnano, è un cittadino albanese, classe 1993, che, pur senza fissa dimora, aveva il domicilio nella città del Carroccio. L’uomo è stato definito dai carabinieri un narcotrafficante di "alto profilo criminale" per il giro di affari e soprattutto per gli ingenti quantitativi di droga. Il 30enne era da tempo sotto indagine. Utilizzava grosse auto per nascondere cocaina ed eroina. Gli inquirenti lo hanno bollato come fornitore stabile del sodalizio criminale. Era lui, insieme ad un socio, un 45enne residente a Ponte di Pieve, a fornire la droga a tutti. L’uomo in passato era già stato intercettato dalla polizia locale legnanese. Il tutto dopo gli esiti di un’articolata attività d’indagine avviata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano nell’aprile 2020, a seguito di una rogatoria internazionale conseguente all’arresto in flagranza – in Svizzera – di un cittadino italiano, sorpreso mentre trasportava in auto 6 chilogrammi di eroina. Le risultanze investigative hanno consentito, così, di ricostruire la struttura e l’operatività di due distinte associazioni criminali, in affari tra loro, e facenti capo ad altrettante famiglie albanesi, con collegamenti operativi in Albania, basi logistiche in provincia di Milano e ramificazioni in tutto il Nord Italia – specie nelle province di Monza Brianza e Bergamo – nonché in Calabria e in Svizzera. Inoltre gli arrestati gestivano in maniera stabile e organizzata un sistema di sfruttamento della prostituzione di ragazze dell’est, costrette, con minaccia e violenza sfociate anche in episodi di rapina ed estorsione, a rendersi disponibili anche su siti d’incontri on-line, e a prostituirsi in appartamenti gestiti a tal fine dagli stessi indagati.