REDAZIONE LEGNANO

Stop al tarlo asiatico nel Parco Castello di Legnano. La battaglia è vinta

Con l’ultimo intervento iniziato nella giornata di ieri la minaccia si può considerare quasi eliminata dal territorio

È stata una lunga battaglia e non si può ancora dire che la guerra sia stata vinta, ma con l’ultimo intervento, iniziato nella giornata di ieri, si potrà considerare questa "minaccia" quasi interamente eliminata dal territorio cittadino. Il nemico in questione è piccolo ma insidioso, e dai primi anni Duemila ha poco alla volta invaso il territorio: si tratta del tarlo asiatico, chiamato anche cerambice dalle lunghe antenne o Anoplophora chinensis, che proveniente dall’Asia è presto diventato una minaccia reale per le aree verdi di tutto il territorio, tanto da imporre un lavoro di contenimento e una "caccia" alle larve che, anno dopo anno, ha imposto il sacrificio di un gran numero di alberi. Ieri mattina sono dunque iniziati i lavori di abbattimento delle piante colpite da tarlo asiatico all’interno del Parco Castello di Legnano, lungo la sponda sud-est del laghetto.

Come spiegato dai portavoce dell’amministrazione comunale questa è "una delle ultime aree con focolai residui del temuto coleottero cerambice che, grazie agli interventi di taglio, è stato quasi interamente eliminato dal Comune di Legnano". Gli abbattimenti verranno eseguiti da Ersaf, incaricata da Regione Lombardia. Come capita spesso in questo tipo di interventi non è ancora stato fissato il numero di alberi da abbattere, che sarà deciso sulla base delle verifiche di questi giorni. I lavori, compatibilmente con il meteo, dovrebbero concludersi all’inizio di settimana prossima. Per far sì che la ferita possa essere presto rimarginata, Comune di Legnano e Parco dei Mulini hanno concordato con Ersaf i ripristini che prevedono la piantumazione di nuove essenze idonee e non soggette agli attacchi del tarlo. Le piante principalmente infestate da Anoplophora chinensis sono infatti aceri, nocciolo, platani, lauroceraso, carpini, ontani e betulle: i danni maggiori sono provocati dalle larve mentre scavano le gallerie per nutrirsi del legno che si sommano a quelli provocati dagli adulti quando producono il foro d’uscita. Entrambi possono diventare vie d’ingresso per marciumi secondari.P.G.