Scritte e muri scrostati: lo stadio Mari è il peggior biglietto da visita per Legnano

Lo stadio, che ospita a maggio il Palio, offre un'immagine indecente a chi arriva da fuori e ogni anno la situazione peggiora

La facciata dello stadio Mari in via Pisacane

La facciata dello stadio Mari in via Pisacane

Scritte ovunque, muri scrostati e cavi non ben identificati che penzolano dalla copertura, tutto in corrispondenza con l’ingresso principale della tribuna centrale: ormai da anni è questa la situazione di degrado in cui versa lo stadio Mari di Legnano, biglietto da visita per chi, in occasione del Palio cittadino, arriva in città per seguire la manifestazione tradizionalmente collocata all’ultima domenica di maggio. Avevamo segnalato già anni fa questa situazione che certo non rende onore alla città, ma da quel momento nulla è cambiato, forse perché ancora oggi ci si arrovella per capire se si tratti di una piccola cosa, da annoverare tra le competenze di un assessorato specifico, o di decoro e arredo urbano, altro indirizzo, o ancora di Palio e Sport. Intanto, nell’attesa che si prolunga da anni, le scritte si sono moltiplicata stratificandosi sulla facciata di via Pisacane, dove chi transita quasi non fa più caso alla situazione generale.

Ecco, qualcuno in occasione della presentazione dei nuovi vertici della Fondazione Palio che d’ora in poi sarà chiamata a gestire il futuro della manifestazione - avvenuta solo qualche settimana fa - si era appellato alla necessità di trovare nuovi spazi più consoni per la pista ippica che ospita l’ultimo atto del Palio cittadino: un tema che riemerge come un fiume carsico nella storia recente della manifestazione, ma che, se anche si dovesse decidere di agire, ha tempi piuttosto lunghi per poter giungere a una soluzione finale. Per il momento e traguardando le attese alla sola ultima domenica di maggio, potrebbe essere sufficiente dare una mano di vernice al vecchio Mari per risolvere, seppur temporaneamente, uno scempio estetico sotto gli occhi di tutti e fornire a chi viene da fuori un’immagine diversa della manifestazione e della città.