GRAZIANO MASPERI
Cronaca

Spacciatori in riva al fiume. Le sbarre per fermarli

Installate fra Bernate e Boffalora lungo gli scolmatori usati come nascondiglio. Le Polizie locali dei due Comuni intensificano i controlli a ridosso del Ticino. .

Spacciatori in riva al fiume. Le sbarre per fermarli

Spacciatori in riva al fiume. Le sbarre per fermarli

Una zona lontana dai centri abitati, che non dà nell’occhio. E, per questo, terra di conquista per i piccoli spacciatori. La piaga dei “boschi della droga“ in Lombardia riguarda ormai decine di zone fuori dai centri abitati di ogni provincia. E così i controlli antispaccio delle forze dell’ordine sono arrivati anche nell’area isolata tra Boffalora sopra Ticino e Bernate. Una zona dove la Polizia locale boffalorese è riuscita a far intervenire Rete ferroviaria italiana, che ha fatto installare delle grate metalliche in maniera tale da rendere la vita difficile ai pusher, soliti a usare gli scolmatori situati nei pressi dell’alta velocità come nascondiglio. Quando arrivava il cliente il pusher usciva allo scoperto e consegnava lo stupefacente in cambio dei soldi, per poi tornare a nascondersi.

Le segnalazioni avvengono, soprattutto, al confine tra i due Comuni. In fondo a via Mesero c’è il cavalcavia della strada provinciale 117 dove l’attività di spaccio è diminuita proprio grazie ai ripetuti interventi delle polizie locali e dei carabinieri. A far insospettire è il via vai di persone in una zona scarsamente frequentata, se non da coloro che si stanno recando in una ditta. Le possibilità di fuga per i pusher sono molteplici.

Più volte la Polizia locale ha intercettato i clienti mentre fuggivano verso via Circonvallazione o verso via Garibaldi a Boffalora sopra Ticino. Soltanto in due occasioni, a causa di una loro reazione violenta, sono state sequestrate le modiche quantità di stupefacente che avevano appena acquistato. Nella maggior parte dei casi, trattandosi di acquisto di piccoli quantitativi soltanto per uso personale, le forze dell’ordine hanno preferito agire in via preventiva.

Inducendo i consumatori a non tornare più in quel posto per acquistare droga. Strategia che ha portato a dei buoni risultati, ma il passaggio di consumatori non cessa e la zona, che tra l’altro a ridosso del Ticino permette anche facili vie di fuga, continuerà ad essere monitorata.