CRISTIANA MARIANI e PAOLO MATTELLI
Cronaca

Coronavirus, scuole chiuse altri 7 giorni: famiglie in affanno

Dalle lezioni online al ricorso a nonni e babysitter: la proroga del provvedimento richiede soluzioni creative

Annalisa Wagner, preside dell'Isis Bernocchi

Legnano (Milano),1 marzo 2020 - Di necessità virtù. Le scuole di ogni ordine e grado rimarranno chiuse anche durante la prossima settimana e questo porterà necessariamente a dover cambiare abitudini e prospettive. “La necessità aguzza l’ingegno” recita il proverbio e così stanno facendo molti istituti dell’Altomilanese. Che, forti dell’esperienza della prima settimana di stop forzato alle lezioni, stanno esplorando nuove dimensioni dell’istruzione. “Questa è un’occasione per ripensare al mondo delle lezioni in aula e ai rapporti fra insegnanti e studenti - spiega Annalisa Wagner, preside dell’Isis Bernocchi -. Un’altra settimana di stop ci crea un danno enorme, visto anche che la segreteria non può lavorare come dovrebbe. Però dobbiamo rimboccarci le maniche: quello che deve essere chiaro è che non sono giorni di vacanza nè per gli insegnanti nè tantomeno per gli studenti”.

E questa filosofia è stata ribadita già nei giorni scorsi anche dagli altri dirigenti scolastici degli istituti di Legnano e di tutto il territorio. Molti docenti hanno preso alla lettera queste indicazioni, tanto da essersi informati con tutorial online, riunioni di gruppo con altri colleghi e progetti specifici. Tutto con l’obiettivo di non far rimanere gli allievi con una sorta di buco di due settimane nella propria formazione. “Stiamo usando specifiche piattaforme online su cui gli insegnanti stanno caricando lezioni, materiale e tutto ciò che di teorico si può fare in questi giorni - aggiunge Wagner -. Lo scopo di tutto questo lavoro è fare in modo che poi i ragazzi possano essere già pronti, una volta tornati a scuola, per le lezioni pratiche in laboratorio".

Quello della chiusura delle scuole per un’altra settimana rappresenta un problema di difficile soluzione soprattutto per le famiglie di bimbi e giovanissimi. Chi non può affidarsi alla provvidenziale disponibilità di nonni e zii è costretto a mettere mano al portafogli per garantire ai propri figli una sorveglianza durante le ore in cui i genitori sono impegnati al lavoro. "I nonni non possono di accudire Anna e Emma per problemi di salute o perché ancora lavorano - spiega Mara Bassani -. Anche se a mio marito è stato concesso di lavorare da casa, abbiamo dovuto ricorrere al supporto di una ragazza". La giovane mamma vive insieme al marito Alessandro a Busto Garolfo con le due bambine di due e quattro anni, lei unica impiegata in un’azienda della zona mentre lui consulente per il settore industriale. "Io non posso permettermi di stare a casa - prosegue la donna -. In ufficio sono sola con la titolare dell’azienda, quindi è impensabile solo immaginare di chiedere una settimana di ferie. Fortunatamente a mio marito è stato concesso di lavorare da casa, non può però dare attenzione alle bambine. La strada obbligata è stata quella di avvalerci del supporto di una studentessa anch’essa a casa da scuola".

Le famiglie che si trovano a dover ricorrere a soluzioni alternative per gestire i figli sono numerose e in tante lamentano la scarsità di anticipo nelle comunicazioni delle chiusure delle scuole. Anche per i nonni in qu esti giorni la situazione non è semplice. "Fortunatamente - spiega invece Luca Filippini - noi abbiamo i nonni che già si occupano di Anna al suo ritorno da scuola, avranno davanti un’altra settimana non facile. Anche io e mia moglie Cinzia lavoriamo tutto il giorno e non possiamo prendere ferie".