Carol Maltesi, Davide Fontana interrogato dal Pm: "Sono un vigliacco, mi vergogno"

Interrogatorio in carcere per l'uomo accusato di aver ucciso e fatto a pezzi la ventiseienne.

Davide Fontana

Davide Fontana

"Sono un vigliacco. Mi vergogno per quello che ho fatto...". Davide Fontana è crollato emotivamente davanti al procuratore di Busto Arsizio, Carlo Nocerino, durante l‘interrogatorio fiume di oltre cinque ore avvenuto nel carcere di Brescia. Fontana, come ha ammesso il suo avvocato difensore d‘ufficio Stefano Paloschi, ha risposto alle domande e si è dichiarato pentito.

"Si è dato più volte del vigliacco per non aver avuto il coraggio di chiamare subito le forze dell‘ordine", ha detto il legale. L‘interrogatorio è servito agli inquirenti per cercare riscontri rispetto alle prove del delitto repertate a casa della vittima e a quanto già detto in precedenza dallo stesso Fontana. Sabato scorso i Ris erano stati a casa di Fontana a Rescaldina e nell‘abitazione di Carol Maltesi, la 26enne fatta a pezzi proprio dal bancario milanese. Il luminol ha svelato particolari e reso evidenti alcune prove nonostante siano passati 80 giorni dal delitto e Fontana abbia ripulito l’appartamento della ragazza con cura, dopo averla fatta a pezzi con l’aiuto di una seghetto e altri attrezzi di carpenteria. Proseguono invece le indagini degli specialisti sui supporti elettronici sequestrati a Fontana per cercare di recuperare il video del gioco erotico che avrebbe portato poi all‘omicidio della donna.

La procura cerca eventuali interferenze di terze persone che al momento però sono state seccamente smentite. Davide Fontana avrebbe fatto tutto da solo senza alcun supporto esterno. È lui ad aver ucciso Carol e sempre lui ad averne smembrato il corpo iniziando una vicenda sempre più simile ad un film dell‘orrore fino ad averne gettato i resti, divisi in quindici pezzi, in una scarpata in Valle Camonica. Una vicenda di sangue che ha visto protagonista un bancario milanese, amico della vittima e dall‘aspetto assolutamente innocuo.