REDAZIONE LEGNANO

Busto Garolfo, chiuse le indagini sul fallimento della Tws di Matteo Pinciroli

L'imprenditore, ex sponsor dell'Atalanta con la sua azienda, era stato arrestato con la moglie e due collaboratori

Matteo Pinciroli

Busto Garolfo (Milano), 31 luglio 2019 - Si è chiusa l'indagine delle procura di Milano sulla bancarotta di una delle aziende sponsor dell'Atalanta. Si tratta della Tws, azienda di polimeri per il tessile, poi fallita, guidata dall'imprenditore Matteo Pinciroli. Il 39enne, ingegnere chimico originario di Busto Garolfo e titolare dell'azienda, era stato arrestato lo scorso aprile a Malpensa, appena sbarcato da Londra, ed era accusato, insieme ad altre sei persone, di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, utilizzo di false fatturazioni e truffa.

Il giovane imprenditore - in base alle accuse - avrebbe distratto 10 milioni di euro dal patrimonio sociale attraverso l'emissione di fatture false per l'acquisto di carburante a favore di una multinazionale del settore (estranea ai fatti). Le fatture erano poi state utilizzate per ottenere credito da intermediatori finanziari attraverso società inglesi, chiedendo uno sconto. In questo modo, stando all'inchiesta, avrebbe distratto i 10 milioni dal capitale della sua società portandola al fallimento e truffando gli stessi professionisti del ramo finanziario. Una volta scoperto a proprie spese il raggiro, le banche a cui erano stati chiesti i finanziamenti, avevano sporto querela alla Procura del capoluogo lombardo. Con Pinciroli erano state arrestati anche sua moglie, Rosa Alba Lianantonio, 45 anni, e due collaboratori. Tutte le persone coinvolte nell'inchiesta hanno chiesto di essere ascoltate dai pm nella fase di indagine. Con l'ultimo interrogatorio  che si è tenuto oggi al Palazzo di giustizia nell'ufficio del pm Sergio Spadaro, che ha in mano il fascicolo, le indagini sono state chiuse.