
guzzi monza pums Zona 30
Abbiategrasso (Milano) – Nelle scorse settimane l’assessore alla viabilità e sicurezza Chiara Bonomi aveva annunciato l’estensione della cosiddetta “zona 30”, dove il limite della velocità dei mezzi a motore è ridotto ai 30 chilometri orari, rispetto al limite dei 50 chilometri orari presente in tutto il centro abitato. Nello specifico il provvedimento prevede il limite dei 30 orari lungo le vie Donatori di Sangue, Palestro, Pavia (fino all’intersezione con via Maggi), Greppi, Leonardo Da Vinci (fino all’intersezione con via Greppi), Sciesa e Saffi.
“La decisione assunta è frutto di attente valutazioni e, stabilito che il nuovo limite non presenta criticità per l’assetto viabilistico urbano, abbiamo voluto tutelare maggiormente la circolazione pedonale nelle aree servite da importanti servizi pubblici quali scuole, ospedali e impianti sportivi”, aveva detto l’assessore motivando il provvedimento. Contestualmente era stato variato il senso di marcia (istituendo dei sensi unici) nelle vie IV Novembre, Isonzo, Del Carso e Monte Grappa per migliorare la fruibilità della zona 30 attiva lungo via Legnano e nelle aree limitrofe.
Alla prova dei fatti il provvedimento, seppur apprezzabile nelle intenzioni, viene bocciato dai ciclisti che vivono la città. "Di fatto si tratta solo di cartelli che probabilmente pochissimi automobilisti riconoscono come un obbligo a rallentare. Contestualmente ai cartelli non è stato messo nessun limitatore fisico della velocità, non è stata predisposta nessuna indicazione che orienti verso percorsi alternativi e non vediamo agenti che verificano e reprimono le violazioni”, affermano dall’associazione Abbiateinbici. “Risultato? Il caos all’ingresso e all’uscita dei ragazzi dalle scuole è rimasto lo stesso con auto parcheggiate ovunque e i ritardatari che guidano a gran velocità mettendo in pericolo chi cammina o pedala”.
I ciclisti della Fiab chiedono poi perché via Ginibissa, già perfettamente strutturata per la zona 30, sia esclusa da quella di via Legnano. "È una via stretta, con parcheggi alternati un po’ a destra e un po’ a sinistra per spezzare il percorso, due marciapiedi: solo un pazzo potrebbe pensare di percorrerla a velocità maggiore. E invece il limite su questa strada è rimasto di 50 orari”.
Un piano quindi che per Abbiateinbici andrebbe rivisto nel suo complesso. "È ampiamente dimostrato – affermano - che le zone 30 fatte bene, riducono significativamente gli scontri stradali e il rischio di essere danneggiato dai veicoli per chi si muove a piedi o in bici. Per ridurre le velocità in città non servono autovelox ma dei bei dossi rallentatori, attraversamenti pedonali rialzati e ostacoli fisici che obblighino gli automobilisti a rallentare e rispettare le moltissime persone che negli orari scolastici si muovono lungo la strada”.