CRISTIANA MARIANI
Cronaca

Legnano, la Pensotti caldaie è fallita: senza futuro i lavoratori

Nominato il curatore fallimentare: 56 milioni di debiti

Uno sciopero dei lavoratori della Pensotti

Legnano (Milano), 12 aprile 2019 - Adesso è davvero (quasi) finita. Si chiude con la nomina del curatore fallimentare che si occuperà della liquidazione e di "accompagnare" l’azienda verso la conclusione, che parrebbe definitiva, delle attività, la storia della Pensotti Sices. Dagli stabilimenti dell’azienda legnanese che si occupava della realizzazione di caldaie - da Sices Pensotti dipende anche la controllata Fcl - non uscivano caldaie ormai da diverso tempo e quindi le speranze di una rinascita erano davvero poche. 

Eppure nei mesi scorsi i lavoratori avevano gridato tutta la loro disperazione, ma anche la loro disponibilità a mettersi al lavoro e a tornare a produrre anche in settori diversi rispetto a quello delle caldaie, durante un corteo che aveva percorso il centro della città arrivando fino al municipio. Risposte: questo chiedevano i dipendenti della Pensotti Sices, un’azienda il cui nome "Pensotti" non può che ricordare la storia di Legnano. Una storia che ora, con la nomina del curatore fallimentare Marco Bianchi da parte del Tribunale di Varese, sembra essere destinata a concludersi. Il motivo della crisi è da ricercare in un debito di oltre 56 milioni di euro, un debito che però non corrispondeva alla mancanza di commesse. Anzi, secondo alcuni rappresentanti dei lavoratori, per questa impresa gli ordinativi non sarebbero stati un problema. Una situazione debitoria insostenibile e lo stop del credito da parte degli istituti bancari - questa operazione ha di fatto chiuso ogni possibilità di manovra ai vertici - sarebbero quindi le motivazioni principali di questo tracollo, insieme al fatto che l’unica offerta che era stata avanzata per l’acquisizione della Pensotti Sices non è andata in porto.  L’unica impresa interessata sarebbe stata infatti un’azienda di Battipaglia, che però si era detta intenzionata a prendere in affitto un ramo d’azienda per un anno, dando un’occupazione a soli 28 dei circa 90 dipendenti fra Fcl e Pensotti Sices. Un accordo "spezzatino" irricevibile e contestato dai sindacati. Ora per circa 45 lavoratori - da qualche mese sono tutti in cassa integrazione - le speranze sono ridotte al lumicino. Già, perché il fallimento non esclude del tutto una possibile rinascita. Un imprenditore che voglia salvare questa storica impresa meccanica, rilevandola a prezzi più bassi rispetto a quanto potrebbe essere il valore reale della Pensotti Sices a causa del ribasso che il fallimento porta con sé, potrebbe sempre arrivare. Anche perché storia, competenze e ordini alla Pensotti Sices non sono mai mancati.