
Alberto Flores D'Arcais (Studiosally)
Legnano (Milano), 3 settembre 2016 - Alberto Flores d'Arcais, il primario del reparto di Pediatria dell'ospedale di Legnano, accusato di atti sessuali con minorenni a metà dello scorso luglio, si è tolto la vita gettandosi dalla sua abitazione milanese. Il 118 è intervenuto alle 7 in via Belgirate (in zona piazzale Istria), ma i soccorritori hanno potuto solo riscontrare il decesso dell'uomo, dopo una caduta dal sesto piano. Il medico ha lasciato un biglietto alla famiglia con la scritta: "Perdonatemi, vi amo". A quanto si apprende, unitamente al messaggio ai suoi cari, il medico ha lasciato altre dieci buste chiuse, destinate presumibilmente ad amici e colleghi, che sono state sequestrate dalla magistratura. Le accuse mosse al primario dalla Procura di Busto Arsizio, riguardano 18 episodi di presunti comportamenti illeciti tenuti dal primario su bambine minori di tredici anni, nel corso di visite mediche effettuate presso l'ospedale, dal 2008. Le indagini dei carabinieri di Legnano, sostenute da attività tecniche, erano iniziate a fine 2015. D'Arcais si era sempre professato innocente.
"NEL PC MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO" - Stando a quanto emerso, i computer del primario contenevano un ingente quantitativo di materiale pedopornografico, immagini e tracce informatiche di collegamenti a siti web. A seguito del suicidio di D'Arcais la Procura di Busto Arsizio si avvia alla chiusura indagini.
CHOC A LEGNANO - "Ho appreso della tragica notizia dalla moglie, a quanto mi risulta non ci sarebbero novità giudiziarie che avrebbero potuto scatenare il gesto del mio assistito" ha commentato l'avvocato Massimo Borghi, legale difensore del primario. Dopo l'arresto per presunti atti sessuali con minorenni, a detta del suo avvocato, il medico avrebbe avuto un crollo emotivo, ma si era detto pronto a lottare. In Pediatria e negli altri reparti dell'ospedale, medici e infermieri non sapevano nulla e la voce è girata solo dopo la pubblicazione della notizia su internet. Un gesto disperato che ha suscitato sgomento e dolore tra i camici bianchi, molti dei quali avevano espresso fin da subito tutte le proprie perplessità di fronte alle gravissime accuse che erano state contestate al loro collega.