
Angelo Vavassori, direttore della Business Unit Verde Pubblico di Amga
Legnano (Milano) – Una cattedrale, costruita però senza cemento o mattoni, e con infinite finestre naturali affacciate sull’ambiente circostante: è proprio una cattedrale vegetale quella che si sta provando a costruire al Parco del Castello dopo che il primo colpo di piccone all’opera, se così si può dire, è stato dato in questo 2024 approfittando della ricorrenza del centenario di Legnano Città.
L’opera sta prendendo forma in corrispondenza del grande prato che si trova a Sud del laghetto: vista dall’alto, richiama la pianta della basilica di San Magno, in omaggio alla Città di Legnano e all’edificio religioso bramantesco che domina la piazza principale, perché le piante di tiglio ne disegnano il perimetro della navata centrale e delle due navate laterali in un filare che si estende per una lunghezza complessiva di 20 metri e una larghezza di 18. I tigli sono stati scelti per le caratteristiche di robustezza e di resistenza, oltre che per la loro chioma folta: hanno già raggiunto un’altezza di circa 5 metri.
Ma dovranno svilupparsi ulteriormente affinché i loro rami possano poi essere curvati, con il supporto di tutori, andando a creare una sorta di arco a ogiva, ossia con la sommità appuntita. "Abbiamo pensato di realizzare qualcosa di diverso e di più duraturo – spiega Angelo Vavassori, direttore della Business Unit Verde Pubblico di Amga – Mi viene in mente la famosissima cattedrale vegetale di Lodi, costruita nel 2017 per onorare la memoria dell’architetto Giuliano Mauri, uno dei protagonisti della Land Art, e abbattuta dal Comune nel 2019 per ragioni di sicurezza: il legno dei 108 pali che la sostenevano era stato infatti colpito da un fungo che li faceva via via collassare . Quella di Legnano invece non avrà uno scheletrato in legno: riusciremo comunque a ottenere l’effetto scenografico voluto proprio grazie alla disposizione delle piante e alle loro sommità curvate per formare un arco".
La cattedrale vegetale potrebbe anche diventare un vero e proprio osservatorio per gli appassionati, soprattutto se si riuscirà a concretizzare il progetto di realizzare in futuro un percorso sopraelevato che si snoderà a circa 10 metri di altezza fra le folte chiome dei tigli.