
I vertici della Fondazione e il Supremo magistrato hanno tracciato il bilancio dell’edizione 2025 del Palio
Una grande partecipazione agli eventi principali, non solo nell’ultima domenica di maggio, e la crescita del senso di appartenenza che rende il Palio la manifestazione più amata dai legnanesi e che negli ultimi anni ha contribuito a ripopolare i manieri delle Contrade. Passa anche da queste considerazioni il bilancio dell’edizione 2025 della manifestazione, tracciato nella mattinata di ieri dai vertici della Fondazione Palio e dal Supremo magistrato nonché sindaco di Legnano, Lorenzo Radice. Per la Fondazione erano presenti il presidente, Luca Roveda, il vicepresidente Alberto Romanò e i consiglieri Massimiliano Roveda e Francesca Mineo, affiancati dal Cavaliere del Carroccio, Andrea Monaci. A Radice, intervenuto in apertura, è toccato il compito di ringraziare la Fondazione per il lavoro volto e poi "difendere" dalle critiche gli organizzatori della manifestazione. Lodata l’organizzazione, definita una "macchina incredibile", e il lavoro di strutturazione svolto negli anni, Radice ha infatti definito ingenerose alcune critiche rivolte al Palio, a chi lo organizza e al Comune di Legnano. "Il Palio è stato definito un bel gioco da monsignor Cairati – ha detto Radice -, ma l’obiettivo è trasformarlo da un bel gioco a un asse fondamentale per l’identità e per il nostro territorio: anche per questo ha chiesto rispetto per questo impegno". Dato concreto è che la Fondazione ha aumentato le sponsorizzazioni in pochi anni in modo significativo, fornendo ossigeno a una manifestazione che ne consuma parecchio. È altrettanto evidente che i margini di miglioramento, però, ci sono: lo stesso Massimiliano Roveda ha sottolineato il problema che una manifestazione infinita nei tempi ha per divenire appetibile dal punto di vista televisivo. Si lavorerà dunque per la prossima edizione (che sarà anche quella dell’850esimo anniversario della Battaglia di Legnano), anche su un nuovo format da affiancare alla diretta integrale - ha spiegato Roveda - fatto di un dietro le quinte o di piccoli frammenti di giornata studiati per rendere il prodotto Palio più appetibile per un pubblico moderno. In un Palio che vuole crescere, poi, è probabile che un limite sia costituito dal campo Mari, dove oggi non troverebbe posto una persona in più considerato che lo stadio è sempre tutto esaurito. Il Mari ha oggi una facciata principale inguardabile, punti di ristoro scomodi e affollati oltre ad accessi non sempre agevoli. Lavorare su questi aspetti non nuocerebbe alla causa. Per il futuro, poi, c’è sempre tempo.