Il Partito Democratico di Cerro e Cantalupo alza la voce contro l’ipotesi di riapertura della storica discarica cittadina, chiusa nel 1995 grazie a una mobilitazione popolare senza precedenti. In un comunicato ufficiale, il circolo locale definisce la proposta avanzata dall’amministrazione Berra un grave passo indietro che tradisce la memoria di una lotta ambientale e civile che ha segnato la storia del territorio. Il nodo del contendere è il progetto di "ripristino ambientale" dell’area, che secondo il PD cela in realtà l’intenzione di riattivare la discarica. Un ritorno alla gestione dall’alto del territorio, in totale contrasto con quanto ottenuto trent’anni fa da cittadini, comitati, istituzioni e associazioni.
La chiusura della discarica, allora definita "della vergogna", pose fine a una situazione di grave emergenza ambientale. Oggi, il timore è che quella vittoria venga vanificata, ignorando anche l’accordo di programma che prevedeva la cessione gratuita dell’area al Comune una volta concluso il recupero, come forma di risarcimento.
Il segretario del PD locale, Donato Barbano, critica il documento recentemente presentato in Consiglio comunale, che prevede l’istituzione di una commissione ispettiva dai contorni poco chiari e un Consiglio comunale aperto solo a decisione già presa. "I cittadini devono essere coinvolti prima, non informati dopo", afferma Barbano. Per questo il Pd chiede un referendum consultivo e che si apra un tavolo pubblico con il coinvolgimento di cittadini, comitati, esperti, forze politiche e istituzioni. Serve trasparenza, partecipazione e responsabilità. Lo dobbiamo a chi oggi vive questo territorio e a chi, trent’anni fa, ha lottato per un futuro più sano e giusto. Con la giunta che potrebbe formalizzare la proposta già a inizio giugno, il confronto politico è destinato a intensificarsi. La comunità, ancora una volta, è chiamata a far sentire la propria voce".Ch.S.