
Il corso di arti marziali
Parabiago (Milano), 25 settembre 2019 - Boom di iscrizioni ai corsi di difesa personale per bambini tenuti dall’associazione sportiva Kankudojo arti Marziali Parabiago, organizzati col patrocinio del comune. Sono più di 80, infatti, i bambini dai 4 ai 14 anni che prenderanno parte all’iniziativa rivolta ai bambini e ai ragazzi in età scolare, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Obiettivo del corso è quello di introdurre le basi della difesa personale per dare sicurezza ai ragazzi e riuscire a contrastare eventuali manifestazioni di bullismo come spiega il presidente dell’associazione sportiva Kankudojo Arti Marziali di Parabiago, Francesco Pappalardo: "Si tratta della terza edizione e visto il notevole successo delle edizioni precedenti, ci siamo organizzati anche meglio gestendo in vari gruppi più di ottanta bambini di varie età".
I corsi sono partiti a metà settembre e sono tenuti da tecnici, istruttori e maestri certificati e con anni di esperienza nel settore. "Insegniamo ai bambini per prima cosa a controllare ansie, a gestire le paure, ad affrontare casi di bullismo che purtroppo sono molto frequenti nel mondo che li circonda - spiega ancora l’istruttore -. In ogni caso per prima cosa l’intervento delle famiglie e delle istituzioni rimane essenziale. Noi insegniamo come primo approccio il dialogo. Poi si impara a difendersi, a cadere, a parare i colpi e tutte le tecniche di base". Spesso e volentieri chi si presenta ai corsi, che sono completamente gratuiti, è già stato in qualche maniera “bullizzato” a scuola. "Molti vengono bullizzati perchè sono timidi, hanno paura. A noi il compito di rassicurarli. Poi li facciamo crescere fino ad avere sicurezza nel gestire le varie tipologie di situazioni che gli si presentano davanti". "Alcuni bambini vanno in difficoltà anche solo quando si trovano di fronte a qualcuno che alza la voce. Questa è una generazione molto legata ai telefonini e ai tablet, ma perdono il senso reale di giocare fra di loro e di confrontarsi. Un sano confronto a volte migliora l’approccio e fa capire meglio la vita reale. Questi bambini spesso e volentieri vivono in quella virtuale".