Parabiago (Milano) – Si è svolta oggi l’autopsia sul corpo di Fabio Ravasio, il 52enne imprenditore travolto e ucciso lo scorso 9 agosto a Parabiago: portato a termine questo passaggio obbligato, verrà finalmente anche il momento del suo funerale mentre il profilo già sufficientemente inquietante della compagna e per gli inquirenti organizzatrice del suo omicidio, Adilma Pereira Carneiro, si arricchisce in questi giorni con storie di riti magici e magia nera che non spostano in là il peso delle eventuali responsabilità in questa vicenda, ma che aggiungono materia a una storia già terribile.
L’autopsia, ritardata dopo l’apertura del fascicolo per omicidio stradale che aveva fatto seguito agli eventi del 9 agosto, è difficile possa portare ulteriori elementi capaci di modificare le cause già accertate del decesso. Investito mentre era in sella alla sua mountain bike, infatti, Ravasio era deceduto undici ore dopo a causa dei traumi provocati dallo schiacciamento contro il guard rail e dalla violenza dell’impatto: gli erano stati riscontrati un fracasso facciale, numerose fratture agli arti, la frattura di sterno, femore e bacino oltre a un trauma toracico. A fronte di quanto è poi emerso durante le indagini e dalla trasformazione dell’accusa da omicidio stradale in omicidio premeditato, gli esiti dell’autopsia potranno solo confermare le cause della morte.
Trapelano, intanto, altri particolari raccolti durante gli interrogatori degli arrestati che, "guidati” da Adilma, secondo gli inquirenti hanno organizzato e portato a termine l’omicidio. Ecco apparire sulla scena, infatti, anche riti magici e "spirituali” come giustificazione per spiegare il coinvolgimento nella torbida vicenda dei personaggi che hanno aiutato Adilma a raggiungere il suo scopo: è stato Massimo Ferretti, il 47enne barista che quattro mesi prima dell’omicidio era diventato l’amante della donna, conosciuta su Facebook, a fare accenno nell’interrogatorio avvenuto a inizio settimana ai riti magici condotti dalla donna e alla sua capacità di suggestionare e spaventare a tal punto i suoi interlocutori, Ferretti incluso, da convincerli a compiere l’indicibile.
Resta ancora da chiarire, invece, come Adilma avesse previsto di "guadagnare” dalla morte del compagno: la donna, infatti, risulta ancora formalmente sposata con Marcello Trifone, anche lui coinvolto dell’omicidio, e anche gli ultimi due figli - dei nove avuti dalla donna - pare siano stati riconosciuti dallo stesso Trifone. Scartata la possibilità di impossessarsi dell’eredità, dunque, potrebbe farsi strada l’ipotesi di un’assicurazione sulla vita forse stipulata dall’uomo.