Parabiago (Milano), 26 agosto 2023 - Adilma Pereira Carneiro "decide di uccidere Fabio Ravasio, nella lucida consapevolezza di rendere orfani i suoi due figli più piccoli", due gemelli di quasi 8 anni, "togliendo loro l'indispensabile figura paterna, si determina all'omicidio e costituisce una squadra di esecuzione che, mostrando spiccata callidità delinquenziale, aderisce al progetto delittuoso, ne studia i particolari, lo esegue con brutale efficienza".
Tradotto dal linguaggio giudiziario un omicidio spietato, voluto e valutato in tutti i suoi aspetti che comporta un’eredità da tre milioni.
Lo sottolinea la gip di Busto Arsizio, Anna Giorgetti, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti della donna e di altri cinque uomini, accusati del concorso nell'omicidio volontario pluriaggravato del compagno del 49enne, investito da un'auto e ucciso lo scorso 9 agosto a Parabiago.
- Interrogatori di garanzia
- Cupidigia infinita
- Eredità ma non solo
- La mantide tace
- Chi non parla
- Chi parla
- La ricostruzione
Interrogatori di garanzia
Sono stati convalidati dalla gip Anna Giorgetti tutti i sei fermi per l'omicidio di Fabio Ravasio. "Apparentemente - scrive - nessuno di questa accolita di cinque soggetti che gravita intorno ad Adilma Pereira Carneiro ha un solo attimo di resipiscenza: viene loro proposto di uccidere e ciascuno di loro, senza battere ciglio, accetta; anzi, con entusiasmo, contribuiscono ad elaborare li piano criminale a fronte di una promessa esclusivamente labiale (almeno, per quanto noto) del tutto generica di avere un appartamento all'interno di un fabbricato rurale che deve, in un futuro incerto, essere ristrutturato” . “Una tale anaffettività, una tale assenza di naturale repulsione a fronte della richiesta di uccidere una persona che, verosimilmente o comunque in assenza di diverse evidenze, nei confronti di questi cinque uomini era anche del tutto indifferente, l'adesione totale e superficiale al progetto delittuoso fondano una pericolosità sociale dei soggetti coinvolti che è di massimo livello”, conclude la gip.
Cupidigia infinita
"E' una donna - annota nel provvedimento cautelare la giudice - che mette al centro della sua esistenza il denaro. Sembra emergere che Adilma Pereira Carneiro non sia mai paga, non sia soddisfatta dall'avere avuto
intestata una proprietà immobiliare di certo rilievo", una villa con piscina, per li cui "acquisto è riuscita ad ottenere una sorta di "finanziamento" da parte dei genitori di Fabio Ravasio". E ancora: "non sia soddisfatta dal dimorare in un'altra villa" dove vive con cinque figli minorenni, di cui due avuti dalla vittima" e neanche "sembra esserle sufficiente avere un immobile a Menton ed ancora una proprietà rurale che si propone di ristrutturare; non le è sufficiente, nemmeno, avere due autovetture Mercedes e una Bmw".
Eredità ma non solo
Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Ciro Caramore, la donna non sopportava più il compagno e voleva liberarsene. Il movente sarebbe di natura economica: la coppia ha avuto due figli che avrebbero permesso alla 49enne di incassare il patrimonio di Ravasio, circa 3 milioni di euro tra immobili e un'attività commerciale che l'uomo gestiva a Magenta, nel Milanese.
La mantide tace
Intanto ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere Adilma Pererira Carneiro. La donna, assistita dal legale di fiducia Edoardo Lorenzo Rossi, secondo i carabinieri di Legnano e il pm di Busto Arsizio Ciro Caramore sarebbe la mente del gruppo composto da altri cinque uomini, tra cui uno dei figli.
Chi non parla
Con Adilma Pereira Carneiro, la compagna 49enne di Ravasio, considerata dagli inquirenti la mente del piano per eliminare il 52enne e incassarne il patrimonio da circa 3 milioni di euro tra attività e beni immobili, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche il figlio della donna Igor Benedito, il marito di lei, Marcello Trifone (Il matrimonio celebrato nel 2015 è tuttora in essere) e Massimo Ferretti, che davanti al Pm Ciro Caramore aveva confessato (l'uomo, titolare di un bar a Parabiago, è l'amante della 49enne).
Chi parla
Per contro Mirko Piazza, reclutato per fare da palo durante l'esecuzione, e Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Pereira Carneiro, hanno confermato le dichiarazioni già rilasciate al Pm attraverso le quali hanno confessato l'accaduto. Lavezzo ha cercato di alleggerire la propria posizione dichiarando di non sapere che si volesse uccidere Ravasio.
La ricostruzione
Secondo la ricostruzione, alla guida della Opel Corsa intestata alla 49enne (con targa truccata) che ha investito e ucciso il 52enne c'era Igor, il figlio della donna. Accanto a lui, sul sedile del passeggero, sedeva Trifone. Piazza lo aveva già ammesso, ma a sostegno dell'indizio c'è anche un'intercettazione tra la 49enne e Trifone. Una telefonata durante la quale la donna chiedeva al marito se indossasse i guanti e riceveva un no in risposta perché guidava Igor e i guanti li indossava lui. Dal quadro emerge il piano organizzato da una donna capace di indurre gli altri alla sua volontà. Alla donna - che avrebbe agito per motivi economici - risultano al momento intestati una cascina e una villa a Parabiago, oltre a metà dell'abitazione dove viveva con Ravasio, una casa a Mentone utilizzata per le vacanze e un appartamento a Vieste, in Puglia, ereditato dal primo marito morto d'infarto a 48 anni.