Operai Tosi deportati. Rosy Bindi all’omaggio

Corsetti (Cgil): fabbrica risorta dalle ceneri come un’araba fenice

Migration

Un momento della cerimonia che commemora gli operai della Franco Tosi deportati a Mauthausen

 

C’è stato il ricordo dei lavoratori della Franco Tosi deportati nei campi di concentramento, l’appello a risolvere diplomaticamente il conflitto in Ucraina e a guardare con attenzione alle tante altre guerre dimenticate che punteggiano il mondo, ma anche il riferimento alla nuova Franco Tosi, intesa come realtà industriale del gruppo Presezzi, da interpretare come una "araba fenice" risorta dalla sue ceneri e che, dopo anni di difficoltà, ora guarda positivamente al futuro con una prospettiva d’espansione. C’è stato tutto questo nei discorsi che hanno caratterizzato il 79° anniversario dei deportati della Franco Tosi a Mauthausen, manifestazione che si è svolta ieri mattina nella Sala C della nuova Tosi., Sul palco degli oratori, nell’ordine degli interventi, Grazia Corsetti, delegata Rsu Fiom Cgil della Franco Tosi, il sindaco di Legnano, Lorenzo Radice, e l’ex ministro Rosy Bindi, ospite principale della manifestazione: con loro anche i ragazzi delle scuole secondarie di primo grado Bonvesin de la Riva, Franco Tosi e Dante Alighieri.

E se Radice e Bindi hanno puntato nei loro interventi proprio sull’importanza della memoria, sulle ingiustizie che ancora caratterizzano il quotidiano nel nostro paese e che devono trovare una soluzione, sul valore della democrazia e della possibilità - non scontata - di esprimere il proprio pensiero, la delegata Rsu ha anche accennato al futuro dell’azienda perché, in fin dei conti, lavoro è anche libertà: "Dopo anni di gestioni difficoltose e dopo il Covid la Franco Tosi ha oggi un gran numero di commesse – ha detto Corsetti : dovremo di certo discutere con la proprietà di formazione dei lavoratori, della necessità di assumere in alcune aree, ma la Tosi di oggi va vista un’araba fenice risorta dalla proprie ceneri". Dopo la deposizione della corona alla lapide che ricorda la deportazione degli operai, il gruppo si è spostato in piazza Monumento per la collocazione, introdotta da un discorso del presidente Anpi, Primo Minelli, di una ottava pietra d’inciampo all’ingresso di piazza Monumento, dedicata a Carlo Ciapparelli, arrestato nel marzo 1944 e deportato a Mauthausen l’8 aprile 1944. Conclusa la giornata per ricordare le deportazioni, si dovrà tornare a parlare anche del futuro delle aree della ex Tosi, perché la situazione appare congelata a qualche mese fa. In questi giorni è comparsa in vendita un’area che non è parte della procedura di liquidazione ed è figlia di un leasing ancora risalente al Gruppo Castiglioni.