
Ariane, la figlia della mantide di Parabiago
Parabiago (Milano) – Custodia cautelare in carcere confermata per Ariane Pereira , la figlia di Adilma, fermata a fine luglio con l’accusa di essere coinvolta nell’omicidio di Fabio Ravasio, il cinquantaduenne travolto e ucciso da un’auto il 9 agosto 2024 a Parabiago. Il gip Stefano Colombo ha confermato la misura cautelare.
In un primo tempo davanti al giudice la giovane aveva ribadito di “non avere alcun tipo di responsabilità” nella terribile vicenda che oggi vede a processo davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio sua madre Adilma Pereira Carneiro, il fratello Igor Benedito, il compagno Fabio Lavezzo, l’ex amante della madre e altre quattro persone tutte legate alla vicenda in più ruoli.
Il legale di Ariane Pereira, l’avvocato Edoardo Lorenzo Rossi, ha commentato la situazione della sua assistita: “Ariane ha risposto a tutte le domande e ritiene di non avere alcun ruolo in quanto contestato, anche perché non ci sono elementi nuovi rispetto agli atti già depositati dall’agosto scorso a oggi”. L’avvocato in particolare aveva dichiarato la conferma della misura cautelare come “anomala e atipica” a distanza di un anno dai fatti: “Le esigenze cautelari sono state motivate solo da una battuta raccolta durante un’udienza da una persona che, peraltro, aveva manifestato apertamente rancori verso la famiglia”.
Ariane Pereira Bezzerra da Silva, 31 anni, è la secondogenita della quarantanovenne brasiliana. A inchiodare Ariane sono state le parole pronunciate in aula da Massimo Ferretti, amante e complice della madre. Il barista parabiaghese ha raccontato che, durante le fasi preparatorie del delitto, la giovane avrebbe suggerito di “cercare il killer di Ravasio tra gli zingari di Magenta”.
Una frase che ha provocato la reazione furiosa della ragazza, presente tra il pubblico. La ricostruzione della Procura di Busto Arsizio documenta diverse conversazioni in cui Adilma si accertava che l’auto usata per l’investimento fosse stata nascosta nel garage di famiglia e ripulita da ogni traccia, mentre Ariane dava indicazioni al compagno Fabio Lavezzo – anche lui imputato per aver fatto da palo – paventando persino l’ipotesi che la madre potesse chiedere a lui di eliminare Ravasio. Ariane era già stata accusata di false dichiarazioni e la Procura aveva timore che potesse fuggire in Brasile, grazie a solidi appoggi anche economici.