Omicidio di Andrea Bossi. Al via l’incidente probatorio sui sei cellulari sequestrati

Oltre ai due di Carolo e Caglioni ce ne sono altri quattro da esaminare

Omicidio di Andrea Bossi. Al via l’incidente probatorio sui sei cellulari sequestrati

Omicidio di Andrea Bossi. Al via l’incidente probatorio sui sei cellulari sequestrati

Sarà l’incidente probatorio, ovvero una perizia tecnica che permetta di essere anche esaminata ed eventualmente “criticata“ dalle difese delle parti coinvolte, e non quindi una semplice consulenza super partes della Procura, a fare luce sui contenuti dei telefoni sequestrati dai magistrati che stanno indagando sull’omicidio del ventiseienne di Cairate Andrea Bossi. Quelli appartenuti ai due principali indiziati ovviamente, ovvero Douglas Carolo (nella foto) e Michele Caglioni. Ma ce ne sono altri quattro in realtà – due appartenenti a una stessa persona, gli altri due a due distinti soggetti – che dovranno essere esaminati. Tre giovani legati alla vittima e ai due ventenni ora in carcere da rapporti d’amicizia e di relazione, dai cui cellulari potrebbero emergere elementi che gettino ulteriore luce su cosa sia avvenuto la sera del 27 gennaio nell’appartamento di via Mascheroni.

La richiesta di incidente probatorio avanzata dai legali di Carolo è già stata accolta dal giudice per le indagini preliminari. "Venerdì 22 marzo ci sarà l’avvio dello stesso – spiega l’avvocato Vincenzo Sparaco – con il conferimento dell’incarico al perito". Solo nella fase successiva il pubblico ministero Francesca Parola potrebbe riascoltare Carolo. È l’obiettivo comunque del suo avvocato dopo che il ragazzo, in carcere, aveva fornito una versione giudicata "lineare e coerente" di quanto era successo la notte della morte di Bossi; in sostanza smentendo quanto da lui stesso detto all’indomani dell’arresto (il 27 febbraio) quando, forse in stato confusionale, aveva affermato di non avere mai trascorso quella sera a casa di Bossi assieme a Caglioni, anzi di essersi trovato a diversi chilometri di distanza da Cairate.

Resta poi il mistero del coltello col quale è stata inferta la coltellata mortale alla vittima. Ancora introvabile. Caglioni ha spiegato agli inquirenti che sarebbe stato gettato in un tombino. Se è quando sarà rinvenuto, dovrà essere sottoposto alle analisi dei Ris alla ricerca di eventuale materiale genetico. Carolo prima di quella tragica festa a fine gennaio stava svolgendo un periodo di messa alla prova alla Fondazione Zaccheo, dove prestava assistenza alle persone anziane ricoverate. Servizio sociale deciso dal giudice del tribunale per i minori di Milano come epilogo del processo per una rapina ai danni di una prostituta compiuta due anni fa. "Il giudice era soddisfatto della sua condotta inecceppibile", dice il suo avvocato.

Ivan Albarelli