Omicidio Carol Maltesi: "Davide Fontana feroce e pericoloso". Ma lei si fidava ciecamente

Non poteva accettare di vivere senza quella donna che per lui era tutto", scrive il giudice del decreto di convalida del fermo

Carol Maltesi

Carol Maltesi

Davide Fontana ha manifestato una "indomita ferocia ed estrema pericolosità": è un soggetto che "durante una situazione di completo abbandono della vittima, che si fidava ciecamente del suo ex compagno ed intimo amico, la uccideva barbaramente colpendola più volte con bestiale violenza, per poi tagliarle la gola, così privando della vita una giovanissima donna, madre di un bimbo ancora in tenera età, colpevole soltanto di volere seguire i propri progetti e aspirazioni lontani da lui". Nelle 16 pagine di convalida del fermo il gip Angela Corvi ha cristallizzato la tragica vicenda di Carol Maltesi, la 26enne italo-olandese in arte Charlotte Angie, massacrata a martellate e sgozzata nella propria abitazione di Rescaldina, nel Milanese, dal vicino con cui aveva avuto una breve storia, e che continuava a frequentare. Non solo il gip ha posto in luce un movente passionale, inedito, ma ha tratteggiato i presunti aspetti caratteriali del killer.

Un bancario di 42 anni, foodblogger, con la passione per la fotografia e i social, dove - su Instagram - nell’autunno 2020 conosce la vittima. Per stare con Carol Fontana lascia la moglie. La storia dura un mesetto, nel marzo 2021, ma il menage - aperto - continua. Lui prende casa nello stesso palazzo. La accompagna nei night, partecipa a video da postare su Onlyfans. Sembra tollerare altri uomini ("non ero geloso, anche se a me bastava solo lei"). "Pure acconsentendo che Carol, di cui era follemente innamorato, intrattenesse altre relazioni, non poteva assolutamente accettare che se ne andasse lontano abbandonandolo". Così quando la ragazza, mamma di un bimbo di 6 anni, a inizio 2022 gli comunica che intende trasferirsi tra Verona, per riabbracciare il figlio, e Praga, ha uno“choc“: "non poteva accettare di vivere senza la ragazza che per lui era tutto", scrive il gip. E il 10 o 11 gennaio scorso, mentre girano un video hard da Carol - lei sdraiata e legata a un palo della lap dance, un sacco nero in testa, nastro adesivo sulla bocca, mani e piedi immobilizzati- ha un raptus. "Nel momento in cui si è ritrovato il martello in mano aveva pensato che l’avrebbe persa". E l’ha colpita al capo. Sempre più forte. Quando ha sollevato il cappuccio "gli era sembrata morta, poi però vedeva che faceva uno scatto con una gamba, e quindi per evitare di farla soffrire le tagliava la gola".

Da quel momento il bancario mette in scena un piano "mosso dalla esclusiva volontà di salvare se stesso". "Per oltre due mesi escogitava, preparava e attuava una complessa strategia per occultare l’orrendo delitto commesso, fare sparire il corpo e così definitivamente sottrarsi da qualsiasi responsabilità". A conferma dell’"assenza di scrupoli morali", nei giorni in cui alloggiava nella casa affittata in collina di Cittiglio - con sé aveva i brandelli che ha tentato di bruciare nel barbecue senza riuscirci - "trovava il tempo di recensire l’abitazione in cui era ospitat", "un luogo magico immerso nella natura per trascorrere del tempo in totale relax- scriveva - pieno di dettagli di ottimo gusto per vivere un soggiorno di qualità". Solo il 20 marzo butta i resti nel burrone a Paline di Borno. E il 28 va dai carabinieri di Rescaldina a suo dire per "togliersi un peso", con l’intento, poi, di suicidarsi. "Evidenti" e "macroscopiche" le esigenze cautelari: avendo mostrato "totale assenza di umana compassione", "c’è l’elevata probabilità che commetta in futuro altri delitti contro a persona".